L’Argentina rinazionalizza la YPF svenduta da Menem

BUENOS AIRES – Altissima tensione tra Madrid e Buenos Aires dopo la decisione del governo argentino di rinazionalizzare le attività in territorio nazionale della compagnia petrolifera YPF, svenduta da Menem nel 1992 alla spagnola Repsol. L’esproprio di YPF è stato annunciato ufficialmente lunedì fra gli applausi al termine di un meeting fra la presidente Kirchner, il gabinetto di governo e i governatori provinciali. In un comunicato emesso al termine della riunione, la YPF-Repsol è stata “dichiarata di pubblica utilità e soggetta all’esproprio del 51% delle sue azioni’’. Il restante 49% verrà distribuito fra le province argentine che producono petrolio. Alla Ypf erano già state revocate le concessioni in 16 province, dopo che la compagnia era stata accusata di essere venuta meno ai suoi obblighi di investimento. La Kirchner aveva fatto pressioni sulle compagnie che operano in Argentina per chiedere loro di aumentare la produzione, dopo che l’anno scorso il paese aveva visto crescere del 110% la spesa per le importazioni di petrolio.

Dura reazione del governo spagnolo
La scelta ha scatenato una reazione molto forte del governo spagnolo, che annuncia ritorsioni, cui si sono aggiunte le critiche dell’Unione Europea. Una crisi diplomatica senza precedenti tra due paesi che sono stati storicamente molto vicini ma, soprattutto, uno scontro economico, testimoniato dal tonfo in borsa del titolo di Repsol in apertura (-8%) e dalla reazione dei mercati internazionali che hanno spinto al rialzo le quotazioni del petrolio.
Dopo una prima convocazione venerdì scorso, quando l’esproprio era nell’aria, il governo spagnolo ha ieri riconvocato l’ambasciatore argentino a Madrid, Carlos Bettini, al ministero degli Affari Esteri. Madrid infatti considera la nazionalizzazione di Ypf un gesto “ostile” e si prepara ad adottare misure “forti” che saranno rese note nei prossimi giorni. Il ministro dell’Industria, José Manuel Soria, ha spiegato che queste misure saranno prese “nell’ambito diplomatico, commerciale, industriale ed energetico’’ senza dare altri dettagli.
Repsol, da parte sua, ha già fatto sapere che chiederà una compensazione di almeno 10 miliardi di dollari per l’annuciato esproprio della sua controllata all’Argentina.
“Questi atti non resteranno impuniti” ha detto il presidente, Antonio Brufau, aggiungendo che chiederà un arbitrato internazionale sulla decisione di nazionalizzare la sua partecipazione del 57,4% in YPF perché ‘’i paesi hanno diritto di nazionalizzare ma devono corrispondere una adeguata remunerazione’’.
A disposizione della società, che “lancerà tutte le azioni legali alla sua portata’’, il tribunale della Banca Mondiale e l’Uncitral, la commissione delle Nazioni Unite e del WTO per gli arbitrati internazionali.

Ue: “Non compromettere i rapporti con l’Argentina”
Reazione ferma anche dell’Ue che ‘’si attende che le autorità argentine rispettino gli impegni e le obbligazioni internazionali’’ ha ammonito il presidente della Commissione José Manuel Barroso a margine dell’incontro con il presidente federale tedesco, Joachim Gauck. L’auspicio, conclude Barroso, è che comunque alla fine “si arrivi a una soluzione della questione che non comprometta i rapporti economici tra Unione europea e Argentina’’.
Nel frattempo la Commissione ha deciso di non partecipare alla riunione bilaterale Argentina-Ue programmata originariamente per oggi e domani a Buenos Aires.