Monti spinge sulla crescita

ROMA – Riforme e crescita: è il binomio sul quale punta il premier, Mario Monti, per uscire dalla recessione e riportare il paese su un sentiero virtuoso. Non a caso il Cdm ha varato un voluminoso pacchetto (il programma nazionale) che fissa proprio la traccia. Anche perchè più crescita vuol dire più entrate e quindi conti in ordine e sostenibili. Conti che nel frattempo vengono ‘promossi’ dall’Ue: lo 0,5% di deficit nel 2013 (il sostanziale pareggio garantito dal meccanismo del ‘close to balance’) è ‘’in linea con gli obiettivi’’. E anche il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, rassicura:
– Non siamo severi con l’Italia; vogliamo solo che torni l’equilibrio e che il paese cammini con le proprie gambe.
l tema riforme è oggi uno dei più gettonati: lo stesso Monti spiega che il paese le ‘’esige’’ e per farle bisogna innanzitutto combattere la burocrazia. Anche il governatore della Banca d’Italia interviene sul tema:
– Abbiamo sempre timore di fare le riforme e per questo l’Italia resta sempre indietro. E la riforma del lavoro è parte di una serie di riforme che vanno viste in senso organico: bisogna cambiare l’economia del paese, insieme al lavoro.
Resta sempre molto critica Susanna Camusso: per il leader della Cgil la crescita è ‘’cassata’’ e la riforma del lavoro non da risposte ai giovani precari. Tanto che annuncia una mobilitazione. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, è invece convinta che con alcune modifiche la riforma sarà ‘’positiva’’. E Bruxelles insiste: e riferendosi alla riforma del lavoro parla di ‘’tappa cruciale’’.
Di crescita parla invece il leader Cisl, Raffaele Bonanni chiedendo un confronto con il Governo e che si eviti un’azione ‘’dirigista’’. Mentre si dibatte sulle misure e la loro efficacia il segretario Pdl, Angelino Alfano, riunisce gli ex ministri per mettere a punto le proposte proprio sulla crescita.
Secondo il segretario del Pd Pierluigi Bersani, ‘’il Governo deve cominciare a parlare di crescita, ma c’è un’emergenza e crescita è una parola grossa. Bisogna soprattutto dare un po’ di lavoro’’.
– Anche perchè – dice Marcegaglia più in generale – se non si agisce subito si rischia una recessione più grave.
Insomma tutti al lavoro: anche perchè i dati che arrivano continuano ad essere allarmanti. Ultimo quello sugli ordini all’industria con un crollo del 13,2% a febbraio. Mai così male dal 2009. E un record negativo si segnala proprio per il lavoro: 1,5 milioni sono stati gli ‘scoraggiati’ nel 2011, il dato piu’ alto dal 2004. Non a caso del fatto che il momento sia ‘’difficile’’ è convinto il presidente designato di Confindustria, Giorgio Squinzi.
– Dobbiamo impegnarci al massimo per l’obiettivo di tutti gli imprenditori – sostiene -, far tornare la crescita.
Sui temi della crescita e delle riforme nel Belpaese c’è molta attenzione all’estero: ad esempio il segretario del Tesoro Usa, Timothy Geithner, spiega a Monti che ‘’il duro lavoro e la sfida di spingere avanti queste riforme in un Paese come l’Italia che non cambia facilmente sono di vitale importanza’’. Ma quali sono le priorita’? L’Ocse indica nelle Pmi il ‘’motore’’. Il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, spiega:
– Sono un importante motore di crescita ma la crisi ha inasprito i vincoli di finanziamento.
Proprio di questo però si sta occupando il ministro allo Sviluppo, Corrado Passera, che seduto con i vertici Abi cerca di rintracciare risorse per evitare il ‘credit crunch’. Una situazione che Marcegaglia definisce come ‘’una vera emergenza’’.