Allarme Confcommercio: il 37 per cento delle Pmi non ha credito

ROMA – Si aggrava nel primo trimestre del 2012 lo stato di salute delle piccole e medie imprese del terziario, strette tra pressione fiscale e il peggioramento della situazione di accesso al credito. Secondo i risultati dell’Osservatorio sul credito della Confcommercio infatti, meno di 4 imprese su 10 possono farcela da sole senza chiedere fidi e la quota (36,1) è in calo nel periodo gennaio-marzo 2012, mentre aumenta al 37% la percentuale di Pmi che non l’ottengono.
Lo scenario più fosco per le Pmi è certificato anche dall’Istat: se le misure straordinarie sulla liquidità varate dalla Bce potrebbero aver diminuito le tensioni per le grandi imprese, per le pmi ”le difficoltà sono continuate anche nei primi mesi del 2012” ha detto oggi il presidente Enrico Giovannini.
Tra le imprese che hanno bussato allo sportello bancario, per la prima volta dal 2008 (dalla fase quindi più dura della crisi), la quota di pmi che ha ottenuto quello che chiedeva o addirittura di più (il 34,2%, erano il 35,8% nel trimestre precedente) è inferiore alla quota di quelle che si sono invece viste concedere di meno o addirittura nulla (quasi il 37%, di cui il 15,5% si è visto rispondere ”picche” dalla banca). Non solo. In aumento anche la quota di piccole imprese (19,3%) ancora in attesa di una risposta dalla propria banca, e certo impossibilitate a fare programmi e strategie per il futuro.
– Segno questo della cautela con la quale le banche si stanno muovendo in questo periodo nei confronti delle aziende – rileva la Confcommercio. Il credit crunch è in atto dappertutto, ma la stretta dei rubinetti si è verificata sopratutto agli sportelli del Nord-Ovest e del Mezzogiorno: nel primo caso le pmi che hanno ottenuto i prestiti sono crollate dal 52,6% al 32,6%. Al Sud sono appena il 19,0% (erano il 32,3% dei tre mesi precedenti) le aziende che hanno incassato pari o di più delle richieste. Ed è balsamo sulle ferite delle pmi le parole del vicedirettore generale di Bankitalia Salvatore Rossi, secondo il quale per ritrovare la crescita, che è ”l’obiettivo principale”, bisogna ridurre la pressione fiscale su lavoratori e imprese. Nei prossimi mesi poi, grazie alle misure Bce, ”è prevedibile un allentamento delle tensioni sul credito” ha detto.
Di credito alle imprese e alle famiglie si potrebbe parlare anche oggi nell’incontro al Ministero dell’Economia tra Abi, Bankitalia, Poste e altri per presentare il conto di base per la limitazione dell’uso del contante, uno degli strumenti di lotta all’evasione.

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