La Corte suprema dell’India ammette il ricorso italiano

NUOVA DELHI – La Corte Suprema indiana ha ammesso il ricorso del governo italiano sulla giurisdizione in merito al caso dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Lo scrive la stampa indiana, precisando la che i sommi giudici indiani hanno aggiornato l’udienza. Nel ricorso presentato dall’Italia si definisce illegale la protratta detenzione dei due marò ad opera della polizia del Kerala perché viola il principio dell’immunità sovrana e gli articoli 14 e 21 della costituzione del paese. I tre giudici della Corte Suprema che hanno deliberato, Altamas Kabir, S S Nijjar e Ranjan Gogoi, hanno fissato la nuova udienza all’otto maggio prossimo, chiedendo al governo indiano e a quello di Kerala di presentare la loro posizione riguardo al ricorso del governo italiano.
L’avvocato che rappresenta il governo italiano, Harish Salve, ha sostenuto che lo stato di Kerala non ha giurisdizione sul caso dal momento che l’incidente è avvenuto 12 miglie nautiche oltre quelle della giurisdizione indiana. La questione investe quindi i due stati, anche perché, ha aggiunto il legale, coinvolge due militari che stavano svolgendo il proprio dovere.
Dopo l’accordo sull’indennizzo ai familiari delle due vittime e l’eventualità della partenza a breve tempo della petroliera ancorata al largo di Kochi, questo nuovo spiraglio potrebbe forse far sperare in un possibile rilascio dei due militari e nella loro consegna alla giustizia italiana.

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