Berlusconi: “Rischioso il voto ad ottobre, con questa legge la sinistra potrebbe vincere”

ROMA – “Se si andasse a elezioni a ottobre la sinistra potrebbe vincere, con questa legge elettorale”. Lo ha detto Berlusconi ai coordinatori regionali del Pdl, sottolineando che lo scenario è ipotizzabile “visto che la Lega masochisticamente ha deciso di andare alle amministrative da sola e Fini ha fatto quello che ha fatto”.
L’ex premier ha sottolineato che solo se i moderati resteranno uniti si potranno vincere le prossime elezioni. Ha anche annunciato che al prossimo congresso sarà sottoposta “l’ipotesi di dare un nuovo nome al partitò”.
– Noi speriamo che i moderati si possano presentare insieme alle prossime elezioni – ha risposto il Cavaliere a chi gli chiedeva se il suo partito sarà alternativo o alleato di Pier Ferdinando Casini.
Dice poi di star lavorando ad una nuova legge elettorale.
Stiamo lavorando – ha detto l’ex premier – a una legge elettorale con la sinistra che si avvicini al modello proporzionale tedesco, dove i partiti si presentano da soli e il partito che ottiene più voti ha la responsabilità di formare il governo, che può essere quello formato con la destra o con la sinistra come ha fatto Merkel che ha fatto un governo con i liberali e un altro con i socialdemocratici. Se questo non fosse possibile – ha concluso – si andrà a votare con l’attuale legge per coalizioni e quindi ancora una voltà di più sarà fondamentale che i moderati si presentino insieme.
– C’è un tentativo di sabotaggio della nuova legge elettorale: è un tentativo trasversale che va da desta a sinistra da parte di chi si sta rassegnando e preferisce andare al voto con la legge attuale” commenta il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini.
Per il Pd, è Pier Luigi Bersani a replicare a Berlusconi sull’intenzione di votare ad ottobre.
– Il Pd mantiene la parola data e per noi si vota nella primavera del 2013. Se Berlusconi ha problemi lui, lo dica ma mi consenta di lasciare a me la parola sul Pd.
Il voto ad ottobre? “Spero proprio di no, ma non credo: sarebbe un danno per il paese” afferma invece il presidente del Senato Renato Schifani all’uscita di Palazzo Madama.