Pd Germania e contrattisti: rifinanziare

FRANCOFORTE – “Che vi siano freni e resistenze passive al Mae su come operare i tagli di spesa e il rifinanziamento delle politiche per gli italiani all’estero non è certo un segreto. Tuttavia la criticità del bilancio dello Stato e il sospetto che non si utilizzino proposte sensate di risparmio e rilancio delle politiche riguardanti le comunità degli italiani all’estero appare in questi ultimi giorni un rischio non certo lontano”.

Inizia così la nota firmata da Michele Santoriello (PD Francoforte), Silvestro Gurrieri (PD Wolfsburg), Daniela Di Benedetto (PD Monaco Di Baviera), Giovanni Di Rosa (PD/Schwalbach), Giusto Piccionello (PD Ludwigshafen), Giacomo Salmeri (PD Mannheim), Ernesto Vecchio (PD Heidelberg), Giuseppe Izzo (delegato assemblea PD Germania) e Giuseppe Scorsone (Comitato contrattisti Monaco di Baviera). Gli esponenti Pd, prendendo spunto dall’interpellanza-Micheloni, riflettono sul processo di revisione della spesa alla Farnesina, auspicando che i capitoli italiani nel mondo e cooperazione non siano, come di consueto, i più tartassati.

“L’interpellanza del sen. Claudio Micheloni (PD) di metà aprile, indirizzata al Presidente del Consiglio Monti, ai Ministri degli affari esteri e dell’economia e delle Finanze – scrivono gli esponenti Pd – non solo fotografava la delicatissima situazione odierna, con i tagli netti e lineari avvenuti negli ultimi quattro anni sui fondi destinati alle comunità italiane nel mondo – passando da uno stanziamento complessivo de 58 milioni di Euro a 16 milioni attuali – ma enucleava delle proposte tanto di revisione, e abbattimento del debito pubblico, quanto di rilancio e sostegno degli interventi per gli italiani all’estero e la cooperazione allo sviluppo”.

“Prima tra tutti – ricordano – i corsi di lingua e cultura italiana nel mondo il cui rischio di chiusura definitiva di circa la metà di quelli attuali è oramai realtà, se non si trovano risorse aggiuntive e stabili. La richiesta di fa rientrare a fine anno scolastico i docenti di ruolo utilizzati nei corsi di lingua e cultura, che non perdono il posto di lavoro, ma rientrano nelle loro sedi in Italia, e non riguarderebbe gli insegnanti impiegati nelle scuole bilingue sulla base di accordi con i governi locali, o i lettori ministeriali, permetterebbe di liberare risorse idonee alla prosecuzione di tutti i corsi ora attivi e di utilizzare tramite gli enti gestori personale già assunto in loco. Per questo appoggiamo pienamente l’iniziativa di Basilea del 5 maggio prossimo perché non bisogna lasciare che tutto passi sotto silenzio e subire il progressivo smantellamento di servizi utili per la comunità italiana la quale, dati statistici alla mano, non sta diminuendo, visto che da tempo è ripreso il movimento dei connazionali in cerca di lavoro verso altri paesi e non solo europei”.

“In secondo luogo – aggiungono – il rifinanziamento delle politiche di assistenza diretta ed indiretta, dei servizi consolari, delle Camere di Commercio, degli organismi di rappresentanza Comites e CGIE e della cooperazione allo sviluppo, attraverso una riduzione permanente del 15% delle sostanziose indennità di servizio all’estero del personale di ruolo diplomatico e amministrativo, porterebbe ad un adeguato riequilibrio delle risorse, giunte quasi a cifre simboliche. Per non dire poi di una ristrutturazione e organizzazione del Ministero Affari esteri incisiva e seria capace di allinearci ai grandi paesi che vedono una presenza all’estero di solo un 20 per cento di personale di ruolo inviato dal centro e un 80 per cento di personale assunto in loco. Con la positiva risultanza di miglioramenti e di abbattimento della spesa pubblica nonchè di creazione di fondi ad hoc per servizi decentrati della rete consolare e altre politiche di presenza e sostegno all’economia italiana nel mondo”.

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