Borriello decisivo, Cesena retrocesso

CESENA – Il più classico dei testa-coda, per poco non costa caro alla Juve. Il Cesena – che dà il suo addio alla Serie A – costringela Vecchia Signoraa sudare le proverbiali sette camicie per portare a casa tre punti fondamentali nella volata scudetto, al termine di una gara ostica, combattuta a viso aperto e con l’ombra dell’ormai consueto ‘gol-non-gol’ spazzata via da una rete scacciaguai di Borriello, proprio nell’ultimo spicchio del confronto. Quello in cui i bianconeri – ieri ancora in rosa – riescono a mantenere a tre i punti di vantaggio sul Milan vincitore contro il Genoa.

Sul sintetico del Manuzzi, in uno stadio completamente esaurito -la Romagnaè da sempre un feudo juventino – Conte conferma sostanzialmente l’undici di partenza schierato domenica controla Roma, con le uniche eccezioni di Matri al posto di Quagliarella e Caceres al posto di Lichsteiner .

Nel 3-5-2 di ordinanza, il trio Barzagli-Bonucci-Chiellini fa buona guardia alle spalle del centrocampo guidato da Pirlo, Marchisio e Vidal, trampolino di lancio ideale per Vucinic, a galleggiare tra le linee, e il compare d’attacco Matri.

Dall’altra parte, Beretta – reduce da cinque ‘X’ consecutivi – sceglie un inedito 3-4-2-1, forzato dalla falcidie di infortuni che si è abbattuta sui romagnoli. Il tecnico di casa, sceglie i piedi buoni di Parolo e la corsa di Colucci e Ceccarelli in mezzo al campo, e il doppio trequartista Santana-Del Nero alle spalle di Rennella, unica punta in seguito allo stop degli ex Mutu e Iaquinta, nemmeno convocati a causa rispettivamente di una contrattura ai flessori della coscia destra e di una lombalgia.

Deciso a regalare una recita all’altezza del palcoscenico, il Cesena prova a tenere testa alla Vecchia Signora, sin dalle prime battute, con il consueto ardore . Ad accendere le luci del luna-park juventino è Pirlo che, con la collaborazione di Marchisio, guida da par sua la ‘rumba organizzata’ della Conte-Band.

Il fraseggio dei due apre corridoi invitanti per Matri, che mette in apprensione la retroguardia cesenate dopo appena un paio di minuti. Retroguardia che rischia di capitolare, qualche giro di lancette dopo, su un contestatissimo rigore accordato da Guida per un presunto mani al limite dell’area di Moras.

Per il Manuzzi, inviperito, il tocco del greco sul tiro di Vucinic è fuori area. Pirlo, sul dischetto, mette tutti d’accordo: palo e la sfida resta in parità. Quella che, alla vigilia, sembrava una partita scontata, si rivela meno agevole del previsto perla Juve. Nonostanteil possesso di palla costante e un paio di incornate di Matri e Vucinic su calcio d’angolo, i torinesi devono guardarsi dalle rapide incursioni cesenati. Nulla di troppo grave, ma non quel dominio assoluto che era lecito attendersi dalla capolista. Comunque vicina al gol con un colpo di testa di De Ceglie sventato da un grande Antonioli. Imbrigliata, nel primo tempo, dalla buona ragnatela del Cesena – che si toglie pure lo sfizio di spaventare Buffon con Del Nero da fuori area -la Juventusprova subito a forzare in avvio di ripresa con un tiro di Matri, in sospetta posizione di fuorigioco: Antonioli toglie la palla dalla linea bianca per l’ennesimo ‘gol-non-gol’ della stagione di Serie A. Materiale da moviola a parte, i ragazzi di Conte caricano a testa bassa. Spingono come forsennati, fanno incetta di angoli e sfiorano il vantaggio con Bonucci, di testa, e Pirlo da fuori area.

Per scardinare il bunker cesenate Conte prova a spingere sull’acceleratore mandando in campo Giaccherini, fischiatissimo ex, Borriello e Del Piero. E’ la mossa vincente: Pinturicchio pennella una punizione che Antonioli devia con fatica, sugli sviluppi dell’azione Borriello, dopo un batti e ribatti al limite dell’area cesenate, insacca con un preciso rasoterra. E’ l’apoteosi per i tifosi di Madama scesi in Romagna.La Juvecorre spedita e imbattuta verso il tricolore, il Cesena salutala Acon dignità e coraggio tra gli applausi dei suoi tifosi. Già pronti a sognare un breve ‘arrivederci’.