Pdl corteggia la Lega ma Maroni frena

ROMA – Ad una settimana dal voto amministrativo (”sarà un trauma”, preconizza il finiano Carmelo Briguglio) il chiacchericcio sulle future alleanze per il 2013 si trascina stanco. Angelino Alfano, segretario del Pdl, lancia nuovi messaggi alla Lega (”non abbiamo mai ritenuto chiuso del tutto il rapporto con loro”) ma si tiene anche le mani libere per l’abbraccio con Pier Ferdinando Casini (”faremo una grande offensiva diplomatica per riunire i moderati italiani”), per concludere infine che ”delle alleanze è meglio parlare dopo il voto”. Ma Roberto Maroni subito si fa portavoce della freddezza del Carroccio.
– Ringrazio per la generosità l’amico Alfano – ironizza – ma la Lega deciderà autonomamente cosa fare al consiglio federale, anche se i militanti condividono la scelta di andare da soli e sono orientati a ribadirla anche per le prossime politiche.
Intanto, l’ex ministro avverte ”i gufi” che parlano di tracollo del partito di Bossi: ”domenica avranno una grande sorpresa”. Casini ribadisce a sua volta che il Terzo Polo ”va avanti con il suo percorso”, senza escludere in futuro punti di incontro con il Pdl ”che farà intanto il suo”.
– Mai più con il Pdl, con o senza Berlusconi – alza però steccati per Fli Fabio Granata, dimostrando che la scelta di Gianfranco Fini di andare avanti con il progetto del Polo della Nazione, dovrà fare i conti con chi tra i finiani si rifiuta di finire in una formazione politica a trazione centrista.
– Casini leader? No, per riunire tutti bisogna prendere un ‘papa straniero’ – frena il vicepresidente Italo Bocchino -, un soggetto esterno alla politica come Montezemolo, Marcegaglia, oppure qualche ministro del governo Monti che voglia entrare in politica.
La strada per le politiche è ancora lunga, ma intanto oggi si fa sentire Silvio Berlusconi per spiegare come intende percorrerla prima di, eventualmente, ritirarsi dalla scena.
– Non è vero che penso al Quirinale per il mio futuro – confida a ‘Gente’ -. Quello che spero è che, profittando della pausa della contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra, si possa arrivare a un cambiamento dell’assetto istituzionale che renda finalmente governabile questo Paese. Il mio impegno in politica potrebbe concludersi con questo successo.
Intanto oggi compare sulla scena della ‘antipolitica’ un nuovo soggetto: ‘Alba’, acronimo che sta per Alleanza, lavoro, beni comuni, ambiente. Un gruppo di ‘professori’ capitanato dallo storico Paul Ginsborg, che si propone di rinnovare la politica, a partire da quella di sinistra. Ma il ‘reginetto’ incontestato della protesta contro il Palazzo resta Beppe Grillo, che continua ad attaccare istituzioni e partiti (ma oggi anche ”i conduttori di talk show, in simbiosi con i politici come paguri”).
Il leader Pd Pier Luigi Bersani invita tutti i democratici ad unirsi per ”battere il populismo e riportare l’Italia in una democrazia di tipo europeo”. Critiche a Grillo anche da Casini:
– L’antipolitica – dice il leader Udc – l’abbiamo già vista in azione: era quella di chi vent’anni fa agitava il cappio in Parlamento. Il grillismo di allora era la Lega. E avete visto la parabola…
Gli fa eco Rutelli:
– Quella di Grillo è una storia strana di non democrazia che vorrebbe dare lezioni di democrazia.

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