INTER-CESENA 2-1: I neroazzurri sentono il profumo dell’Europa

MILANO – L’Inter finalmente sente aria d’Europa. Il terzo posto che vale la Champions League è a un passo ma sono cruciali le ultime tre partite, con Parma, Milan e infine lo scontro diretto con la Lazio. Per ora la sofferta vittoria contro il Cesena già retrocesso vale l’aggancio al Napoli e la zona Europa League, e spinge in alto le quotazioni di Stramaccioni. I risultati sono il viatico per la sua conferma, come ha chiarito Moratti prima di accomodarsi in tribuna e vedere la sua squadra soffrire ma superare un Cesena niente affatto arrendevole. Anzi, protetti da un super Antonioli, i romagnoli sono andati in vantaggio con Ceccarelli, ma non hanno retto al colpo di reni dell’Inter che in un quarto d’ora ha ribaltato la partita con Obi e Zarate, un altro a caccia della conferma.
Al secondo successo di fila, Stramaccioni continua la sua striscia positiva (due pareggi, quattro vittorie) e dimostra di aver rivitalizzato la squadra, che ha sempre molti limiti ma non si arrende. Non lo fa nemmeno quella di Beretta, che sfiora l’impresa e nel finale viene espulso (assieme al suo vice) per proteste e improvvisa una sceneggiata salutata da fischi del tifo nerazzurro, che non ignora la sua fede milanista.
Deciso a onorare la serie A fino in fondo, a mezz’ora dal 90’ Beretta pensava di aver teso un bel tranello all’Inter, priva di Julio Cesar, che ha dato forfait per un fastidio al gomito. Al suo posto Castellazzi vive un pomeriggio di sicuro meno complesso di quello del suo collega del Cesena. Antonioli, a 42 anni il giocatore più longevo della serie A, è protagonista di un vero e proprio show personale contro gli attaccanti dell’Inter mettendo numerose toppe ai buchi lasciati dalla sua difesa. E’ l’incubo di Pazzini che, tornato titolare dopo oltre un mese, non riesce a porre fine al digiuno di gol in campionato che dura ormai da quasi cento giorni (22 gennaio contro la Lazio) e diventa un fattore preoccupante in vista delle scelte del ct Prandelli per l’Europeo.
Alvarez e Sneijder si trovano a memoria, ma è minimo il loro feeling con il centravanti che si trova un po’ troppo isolato e quando al 21’ Maicon gli offre un assist perfetto sciupa malamente tirando su Antonioli. Il portiere del Cesena si supera almeno in altre tre occasioni, e al 45’ ci mette la faccia (letteralmente) su un violentissimo sinistro di Lucio che lo lascia a terra stordito. Anche Mutu e Iaquinta non recitano all’unisono: fanno coppia solo per la quinta volta e si vede. Ma l’italiano ha comunque un paio di chance, e all’8’ della ripresa solo la traversa salva Castellazzi. Come da copione il Cesena difende, riparte e mette in affanno l’Inter con le gambe sempre più pesanti. Se poi i nerazzurri al 12’ si fermano per reclamare un rigore su Alvarez, per Rodriguez è facile spingere il contropiede e servire Ceccarelli, fortunato dal limite dell’area a trovare la deviazione di Nagatomo che inganna Castellazzi. E’ praticamente una fotocopia il pareggio di Obi, con Van Bergen che trasforma in gol un tiro senza troppe pretese del nigeriano. E’ il momento della svolta, e Stramaccioni inserisce prima Milito per uno sconsolato Pazzini, poi Zarate per Alvarez. E i due nuovi entrati sono protagonisti dell’azione decisiva, in cui Guarin (fin lì poco incisivo) ha piazzato il cross per il comodo colpo di testa di Zarate. Un gol che sa d’Europa.

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