Bce chiede a Roma un nuovo sprint per le riforme

FRANCOFORTE – Riportare al centro del dibattito il capitolo concorrenza e liberalizzazioni per rilanciare la crescita. E’ l’auspicio su cui si ragiona in Bce dove si guarda “con attenzione” alla spending review. Accorpare le province – si ragiona inoltre – “sarebbe l’unica,vera misura di taglio dei costi della politica”.
Per conciliare il rigore con la crescita, l’Eurotower le sue proposte le ha già fatte. Non è un caso che da tempo Francoforte abbia avvertito che la via maestra per lo sviluppo è la più difficile da percorrere: non la spesa in deficit o la liquidità della Bce, ma le riforme, in mano principalmente agli Stati nazionali. Per farle – si ragiona all’Eurotower – occorre ritrovare quello spirito costruttivo dettato dall’emergenza che, con gli spread a livelli mai visti nei 12 anni dell’euro, lo scorso novembre aveva fatto nascere il governo Monti.
Oggi, infatti, “la sensazione – secondo quanto trapela – è che, finita l’emergenza, vi sia stato un po’ di rilassamento e si rischi di perdere di vista lo spirito riformatore che animava la prima fase del governo”. Sarebbe semplicistico, per gli uomini della Bce, prendere in mano la famosa lettera, inviata dalla Banca centrale lo scorso agosto al precedente premier italiano, e fare la ‘spunta’ delle misure attuate e di quelle messe in soffitta. Ma – si ragiona all’Eurotower – “gli obiettivi primari erano la crescita, e il taglio di spesa”.
Con riferimento alla prima,l’opinione corrente è che i molti “compromessi” sulle liberalizzazioni abbiano indebolito la riforma, mentre sulla riforma del lavoro “ci si chiede se insistere così tanto sull’articolo 18 non rischi di distogliere dal punto fondamentale, che era ed è creare lavoro”. E poi c’é il capitolo dei conti pubblici.
La Bce, mercoledì, ha definito “recessivo” un risanamento fatto di sole tasse. Certo, dall’Eurotower trapela soddisfazione per la decisione di mettere in costituzione la regola aurea del bilancio in pareggio. Ma – si ragiona ancora a Francoforte e fra i tecnici del Monitoring team che segue da vicino gli sviluppi in Italia- la lettera di Trichet chiedeva anche che il bilancio venisse portato in pareggio nel 2013 “principalmente attraverso tagli di spesa”. Tutti sanno come è andata: la manovra ha fatto leva principalmente sulle entrate, a parte la riforma delle pensioni. E quanto alla ‘spending review’, all’Eurotower c’é grande aspettativa per “capire bene cosa c’é dentro”.
Nessuno alla Bce si nasconde che è stato sostanzialmente disatteso l’impegno ad abolire, o almeno accorpare, le province: una misura – si fa notare – che la Bce auspica più che mai, ora che la Spagna ha messo in luce il problema di un’eccessiva autonomia delle amministrazioni locali. Oggi in Italia, si dice infine “si tratterebbe dell’unico, vero taglio dei costi della politica, che in quanto tale riscuoterebbe successi presso l’opinione pubblica e produrrebbe risparmi incisivi”.

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