Allarme antipolitica, Bersani: «Disagio segnerà il voto» Maggioranza pensa già al ‘dopo-elezioni’

ROMA – La politica attende con il fiato sospeso i risultati delle amministrative. Le urne chiuderanno solo oggi pomeriggio, ma sulla base dei dati sull’affluenza diffusi alle 19 dal Viminale non si registra un calo vistoso nel numero di votanti: appena l’uno per cento sulla media nazionale rispetto alle passate elezioni. Una tendenza che se confermata farebbe ben sperare per i partiti che continuano a guardare con apprensione all’esito delle urne. In particolare quelli che sostengono il governo timorosi di dover pagare a caro prezzo per i ‘’sacrifici’ chiesti da Mario Monti a fronte di un rafforzamento dell’antipolitica rappresentata nel movimento di Beppe Grillo.

– C’è rabbia in giro, la si può capire, c’è disagio. E questo lascerà un segno su questo appuntamento elettorale – pronostica un preoccupato Pier Luigi Bersani -. Durante la campagna elettorale – ha aggiunto prima di recarsi al seggio nella scuola Pezzani con la moglie Daniela e la figlia Margherita – ho registrato anche una volontà positiva. C’è voglia di tornare ai fondamentali: il lavoro, l’onestà, la correttezza e una buona politica.

Il comico genovese, anche ieri, è tornato a scagliarsi contro la politica ‘tradizionale’, chiedendo ai partiti di ‘’posare il maltolto’’ e togliersi di mezzo; e nel preannunciare l’arrivo di un ‘’terremoto sociale’’ dà a tutti appuntamento in Parlamento. E proprio il comico genovese trova l’inaspettato sostegno di Mina che in una lettera pubblicata sul blog di Grillo invita il leader del movimento 5 Stelle a proseguire la sua battaglia contro gli ‘’uomini della prima, della seconda, della terza, della quarta, della ennesima Repubblica’’ che stanno facendo di tutto pur di ‘’ritrovare la verginità’’.

Personaggi, ironizza la cantante, ‘’leggermente sputtanati e disfatti in decenni di infernale e volgare promiscuità e sfrenato onanismo, senza controllo e con autoreferenzialità, stanno rivalutando all’improvviso il concetto di purezza’’.
Non è un caso che proprio l’antipolitica sia oggetto di attenzione anche da parte del mondo cattolico.

– Oltre ad essere particolarmente attaccati e dipendenti dalle cose materiali, ad allontanare sempre più i giovani dalle istituzioni è la cosiddetta antipolitica, aspetto questo negativo e diseducativo. Ci vuole quindi una netta inversione di tendenza – ammonisce il cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei. Timori che contagiano anche il governo.

– Quello dell’antipolitica è un vento molto forte. C’è un problema – riconosce Andrea Riccardi, ai microfoni di Tgcom24. Il ministro della Cooperazione internazionale punta il dito contro i partiti della seconda Repubblica che a suo giudizio ‘’sono stati molto mediatici e i loro leader sembravano molto vicini alla gente, ma di fatto erano molto lontani’’.

Anche Mario Monti, in queste settimane, ha tenuto d’occhio gli umori degli elettori. Prima li ha incalzati sottolineando, come fece dall’Asia, che il governo a differenza dei partiti aveva il consenso della gente. Poi, col passare dei giorni, ha compreso che se i partiti non avessero reagito al vento dell’antipolitica anche il governo avrebbe rischiato di essere travolto. Ecco perchè, nel solco tracciato dal Quirinale, ha battuto ripetutamente il tasto delle riforme (elettorale, ma anche del finanziamento dei partiti) nella speranza che rinnovandosi le forze politiche possano contrastare una tendenza pericolosa per tutti. Un richiamo che i partiti hanno raccolto a parole, ma non con azioni concrete, come dimostrano le esitazioni sul fronte della riduzione dei rimborsi elettorali. Resta il fatto che da palazzo Chigi continua a filtrare fiducia nel fatto che, passate le urne, le fibrillazioni si ridurranno. Eppure, soprattutto nel Pdl, l’ansia per i risultati è palpabile. Forse anche per questo Silvio Berlusconi, qualche giorno fa, le ha ridimensionate:

– Le elezioni amministrative non hanno un valore politico per il Paese. C’è una grandissima percentuale di cittadini confusa, che non sa per chi o cosa votare – aveva detto il Cavalieri -.Un festival dell’antipolitica di cui siamo tutti quanti consapevoli.

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