Timoshenko: oggi stop a sciopero fame

KIEV – Dopo 18 giorni senza mangiare, con 10 kg in meno, una temperatura corporea scesa a 35,7 gradi e una pressione molto bassa, la leader dell’opposizione ucraina Iulia Timoshenko interromperà oggi lo sciopero della fame iniziato dopo aver denunciato di essere stata picchiata in carcere. Ad annunciarlo è la figlia Ievghenia. Kiev intanto è stata costretta a rimandare l’imminente vertice di Yalta, boicottato da molti presidenti dell’Europa centro-orientale per solidarietà alla Timoshenko. L’eroina della Rivoluzione arancione non potrà tornare subito a mangiare come se nulla fosse. Prima, spiega la figlia, “ci vorrà una terapia di due settimane”, nella quale sarà seguita dal medico tedesco Lutz Harms, che ieri ha visto l’ex premier in carcere. La Timoshenko potrebbe aver deciso di terminare lo sciopero della fame per le sue condizioni di salute che, secondo Olexandr Plakhotniuk, uno dei suoi avvocati, a forza di “bere solo acqua”, sarebbero gravemente peggiorate, al punto che avrebbe perso addirittura dieci chili di peso. Intanto ieri, a dispetto di quanto dichiarato appena quattro giorni fa, la Timoshenko ha deciso di non farsi ricoverare all’ ospedale di Kharkiv. Almeno non ancora, visto che, stando al sistema penitenziario ucraino, già da oggi potrebbe iniziare a curare l’ernia al disco di cui soffre da mesi nella clinica scelta dal governo. La figlia dell’ex premier mette però le mani avanti: saranno i medici tedeschi, sostiene, a decidere se sua madre è nelle condizioni adatte per essere trasferita dal carcere all’ospedale o meno. E comunque la Timoshenko accetterà di farsi ricoverare all’ospedale delle Ferrovie solo se sarà curata da sanitari di sua fiducia, quindi dai medici tedeschi della clinica ‘Charitè’ di Berlino. Finora l’ernia al disco di cui soffre l’ex premier non è stata curata adeguatamente. Il governo ucraino ha insistito a lungo perché la Timoshenko fosse curata in cella, e solo dopo un lungo tira e molla a livello internazionale e l’intervento della corte di Strasburgo ha accettato che fosse ricoverata in una clinica fuori dal carcere. L’eroina della Rivoluzione arancione ha però continuato a rifiutare le cure dicendo di non avere fiducia nei medici scelti dal governo, e così, nella notte tra il 20 e il 21 aprile è stata trascinata con la forza in ospedale. E’ in quell’occasione che la Timoshenko sarebbe stata aggredita da tre dipendenti del carcere, che le avrebbero anche sferrato un pugno allo stomaco. Un buco nell’acqua, visto che l’ex principessa del gas ha continuato a rifiutare le cure in ospedale ed è stata quindi riportata in cella dopo appena un paio di giorni. Per risolvere la situazione, Berlino e Mosca hanno proposto di far ricoverare la Timoshenko rispettivamente in Germania e in Russia, soluzione finora rifiutata da Kiev perché il ricovero all’estero di un detenuto sarebbe “contro la legge”. Dietro le sbarre dall’agosto scorso e condannata a sette anni di reclusione, la Timoshenko, anche da detenuta, rappresenta un grattacapo non da poco per il governo ucraino. Il trattamento riservato alla leader dell’opposizione sta infatti isolando sempre di più Kiev dal punto di vista diplomatico. Dopo che alcuni personaggi di spicco della politica europea hanno annunciato che non assisteranno alle partite di Euro 2012 in Ucraina, ieri Kiev è stata costretta a rimandare un importante vertice, quello dei capi di Stato dei Paesi dell’Europa centro-orientale, che doveva tenersi a Yalta l’11 e il 12 maggio. La motivazione è semplice: troppi pochi partecipanti. Molti dei presidenti invitati hanno infatti deciso di boicottare l’evento per solidarietà alla Timoshenko.