Capoluoghi di provincia: 3 allla sinistra, 2 alla destra

ROMA – Mentre in Sicilia per tutto il giorno è stato caos sull’interpretazione della nuova legge elettorale, riformata lo scorso anno dalla Regione, e sull’attribuzione delle percentuali ottenute dai candidati a sindaco, e a Catanzaro si conoscerà forse giovedì, se non venerdì, il risultato definitivo delle consultazioni per l’elezione del primo cittadino, una cosa sola, è per ora, certa: dei quattro capoluoghi di regione, tre, Genova, L’Aquila, e Palermo, vanno al ballottaggio.

L’altro capoluogo di Regione Catanzaro, appunto, è in bilico per pochi voti tra il ballottaggio o l’elezione al primo turno del candidato di centrodestra Sergio Abramo, e conosceà il proprio destino giovedì o venerdì, quando l’Ufficio elettorale centrale presieduto dal giudice Domenico Commodaro proseguirà lo spoglio delle schede delle tre sezioni nelle quali era stato contestato.

Dei 22 capoluoghi di provincia al voto in questa tornata elettorale, 6 hanno eletto il sindaco al primo turno: Gorizia, Verona, La Spezia, Pistoia, Brindisi e Lecce e 16 andranno al ballottaggio: Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Monza, Belluno, Parma, Piacenza, Lucca, Frosinone, Rieti, Isernia, Taranto, Trani, Agrigento e Trapani. Complessivamente, dunque, le città al ballottaggio, aggiungendo i tre capoluoghi di Regione, sono 19.

Dal punto di vista politico, la Lega si è aggiudicata al primo turno la riconferma della città scaligera con il sindaco Flavio Tosi. La Spezia con Massimo Federici, Pistoia dove è stato eletto sindaco Samuele Bertinelli e Brindisi con Cosimo Consales se le è aggiudicate il centrosinistra. Il centrodestra si riconferma invece a Lecce, con il sindaco Paolo Perrone e a Gorizia dove è stato rieletto il sindaco uscente Ettore Romoli. Dei 122 comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti, 29 hanno eletto il sindaco mentre 83 andranno al ballottaggio.

In Sicilia, dove quattro sindaci di altrettanti comuni sono stati con il fiato sospeso fino alla conferma, da parte della Regione, ieri pomeriggio, delle percentuali loro assegnate dai vari uffici elettorali, dei 30 comuni con popolazione superiore a 10mila abitanti, 11 hanno eletto il sindaco e 19 andranno al ballottaggio. La diversa interpretazione della legge elettorale tra Regione e Comuni avrebbe potuto incidere anche sul voto a Palermo. Tuttavia, anche durante l’attesa del ‘verdetto’, Leoluca Orlando (Idv, Verdi, Fds) che se la vedrà al ballottaggio con Fabrizio Ferrandelli (Pd, Sel e altre liste) è apparso sereno:

– Non cambia niente, i voti rimangono gli stessi. Io ne ho pressi 103 mila, in 45 mila hanno votato solo per me, non per la lista. Se io passo dal 47 al 33 per cento – ha affermato – lo stesso vale per gli altri, che diminuiscono le loro percentuali.
Il fatto poi che la Regione Siciliana abbia confermato l’interpretazione e quindi lo scrutinio effettuato dai comuni, ha confermato anche il dato che vede Leoluca Orlando al 47,34% e lo sfidante a circa il 17%. Sono 132, infine, i comuni, finora in amministrazione straordinaria, che hanno eletto al primo turno il proprio sindaco; tutto rinviato invece al ballottaggio per altri 29. La Regione con il maggior numero di Comuni ‘commissariati’, per i quali si dovrà attendere fino al 20-21 maggio, è la Puglia, a quota nove; segue la Sicilia, dove si andrà al ballottaggio in sei Comuni: oltre che nel capoluogo Palermo, anche a Sciacca (Ag); Aci Catena, Palagonia e Tremestrieri Etneo, in provincia di Catania e a Scicli in provincia di Ragusa. Tutte rinnovate le amministrazioni “commissariate” in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana e Molise.

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