Rebus Grecia: governo o elezioni?

ATENE – Fallito anche il tentativo del leader del partito di sinistra radicale Syriza Alexis Tsipras , l’incarico per la formazione del nuovo governo greco è stato conferito al leader del Pasok, Evangelos Venizelos.
“I greci hanno punito il Pakok perché lo hanno considerato responsabile della crisi. I risultati delle elezioni dimostrano chiaramente che la gente vuole un governo di coalizione non uno composto da un unico partito’’, ha detto in Parlamento Venizelos.

Sarà dunque l’autore del piano di austerity, ex ministro dell’Economia, che i greci hanno contestato alle elezioni legislative domenica, a provare a formare il governo. Se anche il tentativo di Venizelos fallirà, non rimarrà altra strada che non quella di convocare altre elezioni.

Intanto il board dell’Efsf ha confermato l’esborso di 5,2 miliardi alla Grecia entro la fine di giugno. Lo ha reso noto lo stesso European financial stability facility, precisando che un versamento di 4,2 miliardi è avvenuto ieri, mentre il restante miliardo, non essendo necessario prima di giugno, sarà sborsato dal fondo salva-stati sulla base delle necessità finanziarie della Grecia.

Il board del Fondo salva-stati europei, nel quale sono rappresentati i 17 Paesi dell’eurozona, si è riunito in teleconferenza mentre a Bruxelles ed in molte capitali Ue circolava la voce secondo cui, in considerazione dell’incertezza politica ad Atene, l’esborso sarebbe stato rinviato. Una voce già smentita nella tarda mattinata di mercoledì dal portavoce del commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn, che assicurava che il versamento sarebbe avvenuto come previsto oggi. I 5,2 miliardi che verranno sborsati fanno parte della prima tranche da 39,4 miliardi del piano di aiuti da 130 miliardi approvato a marzo.

Sondaggio:
Syriza primo partito
Se si votasse di nuovo oggi in Grecia, Syriza sarebbe il primo partito del paese. E’ quanto emerge dal primo sondaggio realizzato dopo il voto dalla televisione privata Alpha, secondo il quale la coalizione di sinistra radicale che alle elezioni di domenica scorsa ha ottenuto un sorprendente terzo posto con il 16,8 con una campagna tutta incentrata sul rifiuto dell’accordo con la Ue, ora è al 23,8%. Mentre i due partiti maggiori continuano ad arretrare, con la Nuova Democrazia – che è arrivata prima con il 19% – al 17,4% e i socialisti del Pasok al 10,8%.