JPMorgan in crisi: investimenti sbagliati, bruciati 2 miliardi di dollari

LONDRA  – Perdite pari a 2 miliardi di dollari per JpMorgan, causate da investimenti legati a titoli di credito derivati. La rivelazione è arrivata dopo la chiusura di borsa. Lo chief executive officer, Jamie Dimon, ha ammesso che ”retrospettivamente, la nuova strategia era difettosa, complessa, esaminata male, eseguita male e controllata male”. Le perdite ”potrebbero svilupparsi o ristringersi”, ha aggiunto.
Questa volta non sarà proprio colpa di un singolo trader ‘canaglia’, ma poco ci manca. E Londra, di nuovo, si rivela un terreno molto fertile per chi ha il gusto della scommessa e il pelo sullo stomaco per incassare il bluff andato male. Bruno Michel Iksil, l’operatore di JP Morgan a quanto pare responsabile di molte delle scelte ardite che hanno portato il chief investment office (CIO) ad accumulare perdite pari a 2 miliardi di dollari, è infatti in buona compagnia. Il caso più recente è quello di Kweku Adoboli, il trader 31enne ghanese supersexy arrestato lo scorso settembre alla sua scrivania della UBS per aver condotto operazioni non autorizzate che hanno provocato un ‘buco’ da 2 miliardi di dollari. Anche allora il danno fu provocato dalla sede londinese del colosso bancario svizzero. Sempre a Londra operava poi Fabrice Tourre, il broker di Goldman Sachs accusato – insieme alla banca – di frode per aver costruito ad arte un fondo da 1 miliardo di dollari zeppo di titoli tossici.
Francese laureato a Stanford, Tourre è stato proiettato nell’olimpo dei trader deviati grazie alla mail – pubblicata dai media americani – in cui si definiva ‘Fabulous Fab’ e nella quale ammetteva di non comprendere gli strumenti finanziari da lui stesso creati.
– L’intero edificio sta per crollare da un momento all’altro… solo un potenziale sopravvissuto, il ‘Fabulous Fab’… ancora in piedi in mezzo a tutti questi complessi, prodotti esotici da lui creati senza necessariamente capire tutte le implicazioni di queste mostruosità -. Iksil, oltre a condividere la nazionalità con il ‘Fabulous Fab’ – poi indagato dalla Sec – sfoggia un altrettanto colorito nome di battaglia.
Secondo il Daily Mail, infatti, il ‘capitan Fracassa’ di JP Morgan era noto come Voldemort, il cattivo della serie di Harry Potter. Altre fonti gli affibbiano invece il nomignolo di ‘balena londinese’. Questo perché i suoi posizionamenti erano tanto consistenti da influenzare un mercato valutato in 10mila miliardi di dollari. Detto questo, una gola profonda dell’istituto finanziario ha precisato alla BBC che la vicenda di Iksil non può essere considerata come una ‘canagliata’.
– Si trattava di una strategia globale e la banca ne era a conoscenza – sostiene – . Non è stata finalizzata a dovere ed è fallita.
Iksil, insomma, non è un discendente di Nick Leeson, forse il prototipo di tutti i trader deviati. Il 28enne inglese è passato alla storia per aver creato un buco da 827 milioni di sterline e il conseguente fallimento della banca Barings, lo storico istituto finanziario britannico – aveva 233 anni – che vantava tra i suoi correntisti anche la Regina. Era il 1995. Leeson, dalla sua postazione di Singapore, in principio fu visto dall’azienda come una gallinella dalle uova d’oro visto gli iniziali successi sul mercato dei futures asiatici. Poi le prime perdite. Per nasconderle Leeson creò un conto segreto, l’error 88888. Ma alla fine dovette arrendersi all’evidenza e scappò lasciando sulla scrivania un laconico biglietto: “mi spiace”. La Barings venne travolta e acquistata al prezzo simbolico di una sterlina dall’olandese ING.