Napolitano: presto rifome della Legge elettorale

MILANO – “Riforme”, “fiducia” e no a catastrofismi per superare un “anno abbastanza brutto” da cui comunque il paese saprà venir fuori, ci sono le condizioni perché accada. E’ condensata in queste parole la ricetta del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che a Milano ha invitato il Paese a tenere i nervi saldi ed i partiti a muoversi in fretta per affrontare almeno quelle “poche” riforme possibili già delineate. “Ineludibile” una revisione della legge elettorale, il famoso ‘porcellum’, che il capo dello Stato non vorrebbe proprio più vedere a regolare il voto.

Ma c’é da fare almeno un’altra “essenziale” riforma che i cittadini vogliono, come dimostra il voto di protesta delle ultime comunali: trovare nuovi modi di finanziamento del sistema dei partiti. “Meglio fare poche riforme ma fare quelle essenziali” senza nascondersi dietro l’alibi di veti incrociati su altri temi che possono aspettare, dice Napolitano. E invita a leggere il “severo” editoriale del Costituzionalista Michele Ainis sul Corsera che si chiede come mai ogni “progetto di riforma rimanga sempre fermo al palo”.

Un interrogativo che il capo dello Stato fa suo lanciando l’ennesimo appello ai partiti affinché favoriscano un iter parlamentare non veloce, velocissimo.

Intanto Napolitano è arrivato a Milano in uno dei giorni peggiori per l’Eurozona, accolto dalla Borsa che scende e dallo spread che schizza in alto. Ascolta con attenzione la durissima relazione del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che di fronte al gotha dell’economia parla di “dittatura dello spread”. Tocca ancora una volta a Napolitano il compito di spandere un pizzico di ottimismo che cala con freddezza sullo stesso Vegas, l’uomo che Tremonti ha voluto alla guida della Consob.

La relazione del presidente della Consob è stata ‘catastrofista?’. “Non mi è parso”, replica laconico il capo dello Stato. “Ma Vegas ha parlato di dittatura dello spread”, insistono i giornalisti. “Solo un modo di dire…”, aggiunge secco Napolitano liquidando la vicenda in due parole.

A pochi metri di distanza anche Tremonti lasciava a piedi palazzo Mezzanotte senza degnare di uno sguardo i giornalisti che lo inseguivano per sapere cosa ne pensasse. Ben chiaro è invece il pensiero di Napolitano chiamato a commentare un’altra espressione di Vegas, l’”annus horribilis” che l’Italia sta vivendo.

– Di ‘annus horribilis’ ne ho visti più di uno nel corso della mia lunga esperienza – premette il presidente – Certo è stato abbastanza brutto, quest’ultimo. Però ci sono le condizioni per venirne fuori.

“Fiducia”, quindi, ripete il Capo dello Stato che forse veramente aspetta anche qualche segnale esterno che possa far uscire il Paese dalle sabbie mobili di recessione e speculazione. Proprio a questo sembra pensare quando, poco prima di lasciare Milano osserva:

– Il quadro politico europeo è in movimento, ci sono state elezioni in Germania e altrove e ne scaturiscono degli elementi di novità.

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