Rush finale, Grillo preoccupa tutti

ROMA – Se fosse vero, come dice Pier Luigi Bersani, che alle comunali hanno vinto in due – il Pd e Grillo – anche ai ballottaggi di domenica il Movimento 5 Stelle rischia di influenzare, e non poco, i risultati elettorali.

E, se i candidati grillini si giocano l’elezione, guarda caso, in ben 5 comuni, anche laddove non vanno al ballottaggio il loro voto è ambito dagli aspiranti primi cittadini comunali. Sono 5, infatti, i comuni dove il M5S va al ballottaggio con un suo candidato: Budrio, Comacchio, Garbagnate Milanese, Mira e, soprattutto, Parma. Ma sono molti di più i comuni in cui il buon risultato ottenuto al primo turno dal Movimento ha portato gli sfidanti a ‘corteggiare’ il voto dei grillini. Come a Genova o Monza. E viceversa.

Serpeggia, ad esempio, la tentazione nel centrodestra di sostenere il M5S pur di non far vincere il Pd. Formalmente, tuttavia, non ci sarà alcun apparentamento. A Parma, ad esempio, Vincenzo Bernazzoli, sostenuto da Pd, Idv, Pdci e liste civiche e il grillino Federico Pizzarotti hanno annunciato che non lasceranno salire sul loro carro nessuno. Anche se in molti degli ex avversari hanno lasciato intendere di ‘preferire’ una vittoria del Movimento.

Anche nel Pdl, Filippo Berselli, coordinatore regionale del partito, non lo aveva escluso: “i nostri elettori preferiscano il candidato del M5S….” aveva azzardato. ‘Intuizione’ poi smentita da Paolo Buzzi, coordinatore provinciale del Pdl mentre analoga precisazione è arrivata dall’Udc.

La ‘tentazione’ del Pdl d’altra parte è comprensibile: su 19 capoluoghi di provincia interessati al rinnovo dei sindaci e dei consigli comunali, il Pdl è al ballottaggio solo in 8, mentre il Pd è arrivato al secondo turno in ben 17. E nei 100 ballottaggi previsti nelle regioni a statuto ordinario, il centrosinistra è avanti in 82 Comuni. Il Pdl che non può contare neppure sulla stampella della Lega, gioca quindi la sua campagna elettorale sul tavolo nazionale.

Oggi Silvio Berlusconi vedrà il premier per un faccia a faccia che era stato rinviato alcune settimane fa: un incontro che fa storcere il naso ad Ignazio La Russa (“non sarei andato due giorni prima del ballottaggio”) ma che non lascerà dubbi sulla linea che sta seguendo il centrodestra rispetto al governo. Il segretario Angelino Alfano conferma che non c’è alcuna intenzione di entrare nel governo dopo i ballottaggi. “Abbiamo deciso fin dall’inizio di non contribuire alla formazione del governo con nostri uomini” assicura dopo aver ribadito che in occasione dell’incontro tra l’ex e l’attuale premier, il Pdl ribadirà la sua linea. “Puntare sulla crescita e dire: basta tasse. Con Monti incoraggeremo questa linea” spiega.

Quanto al Pd Bersani è consapevole dei rischi che comporta soprattutto l’avversario Beppe Grillo. Il suo movimento raccoglie “un voto gonfiato dalla protesta, ma non solo: c’è una domanda di trasparenza, di sobrietà della politica” ammette il segretario del Pd che non si nega una stoccata sul possibile ‘endorsement’ di Parma. “chi ha fatto fallire il Comune ha detto che voterà Grillo. E allora Grillo deve guardare con che compagnia si va a mettere…”. Anche se, alla fine, il nemico vero da combattere domenica sarà l’astensione. “Spero – confessa il segretario del Pd – che il ballottaggio dia un segnale di partecipazione, un’onda di acqua fresca per la politica”.