Severino a Wall Street: “Italia Paese affidabile”

NEW YORK – “Spesso si accomuna l’Italia ai Paesi più problematici in Europa. E invece non è così. L’economia italiana è per tradizione meno volatile di altre e non prevale la tendenza alle scommesse, al rischio. E’ un Paese di cui si può fidare e su cui si può investire”. Nella sua missione a New York – dove è venuta per partecipare a una conferenza sulla criminalità trasnazionale organizzata dall’Onu – il ministro della giustizia, Paola Severino, ha ribadito il messaggio con cui il premier Mario Monti nella sua visita di qualche mese fa cercò di rassicurare l’amministrazione Obama e il mondo finanziario e imprenditoriale statunitense sull’affidabilità dell’Italia.

Lo ha fatto nel corso di una colazione di lavoro a Wall Street, dove ha incontrato i vertici del New York Stock Exchange e molti rappresentanti della finanza e della imprenditoria americana.

– Hanno chiesto innanzitutto lumi sulla certezza del diritto nel nostro Paese, cosa fondamentale per un imprenditore che vuole investire in un Paese straniero. A volte – ha spiegato il ministro – gli imprenditori sono scoraggiati per via di leggi complicate, di prassi burocratiche complesse e per una enorme litigiosità che li convince a lasciar perdere. Ho spiegato loro che stiamo cambiando le cose, come siamo intervenuti per ridurre l’eccessiva litigiosità.

L’Italia, insomma, nonostante la crisi, si sta rafforzando per diventare un Paese sempre più attraente per le imprese estere. Quanto alle agenzie di rating – con Moody’s che proprio ieri ha abbattuto la sua scure su tutte le principali banche italiane – Severino non ha dubbi:

– C’è la necessità di una regolamentazione, perché noto una eccessiva lontananza delle agenzie dai Paesi su cui poi devono esprimere dei giudizi. Servono regole che impongano una maggiore vicinanza e faccia sì che tali agenzie abbiano punti di riferimento affidabili nei Paesi che vanno a giudicare.

Presto per dire se una proposta del genere possa essere presentata dall’Italia al G20:

– Per ora è un mio orientamento personale, ma è un tema che va allargato a tutto il governo.

Il Guardasigilli ha le idee chiare anche sui prodotti finanziari più rischiosi, i cosiddetti derivati:

– Io credo nella capacità di autoregolamentazione del mercato, ma credo anche che in certi momenti questa autoregolamentazione vada incanalata. Per esempio – ha spiegato – i derivati nascono dall’esigenza di coprire i rischi e non si possono, non di dovrebbero trasformare in strumenti che causano rischi. Questo credo possa essere regolamentato per legge.

Per Severino, comunque, anche quando si parla di riforma dei mercati finanziari non servono le “crociate morali”, che – afferma sono “sempre pericolose: bisogna distinguere da caso a caso, ed ascrivere ad ognuno le responsabilità che gli sono proprie”.

Un’occasione quella della visita a Wall Street che per una volta ha permesso al ministro di spaziare anche su argomenti che vanno al di là delle sue competenze di governo. Anche se da Roma – tra le notizie provenienti dal Parlamento sul falso in bilancio e il ddl anti corruzione e le dimissioni del sottosegretario Zoppini – staccare la spina è molto difficile.

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