Elezioni, per ora vince il forte calo di affluenza

ROMA – Il turno di ballottaggio, che si sta svolgendo in 118 comuni e coinvolge oltre 4,5 milioni di persone, è stato caratterizzato da un forte calo dell’affluenza alle urne, che alle 19 ha sfiorato i 9 punti percentuali, ma anche dai due gravi fatti che hanno turbato il fine settimana da nord a sud Italia: l’attentato a Brindisi e il forte terremoto in Emilia. Fatti e lutti che possono aver pesato sull’affluenza alle urne, che alle 19 è stata del 27,8% contro il 36,6% di due settimane fa.

Basti pensare che alla rilevazione delle 19 di ieri a Taranto l’affluenza è crollata di oltre 10 punti percentuali (la più bassa di tutti i capoluoghi): si è fermata infatti al 19% contro il 29,6% di due settimane fa. Impressionante il calo di votanti a Trani dove, a mezzogiorno, aveva votato il 10,63% contro il 16,65% del 6 e 7 maggio e alle 19 ha votato solo il 27,5% contro il 43,6% del primo turno, con un calo di quasi 16 punti. C’é tuttavia una Regione che ha fatto eccezione:  l’Umbria dove, alle 19, ha votato il 38,6% battendo la percentuale dei votanti di due settimane fa che si era fermata al 36,9%. La percentuale di votanti rilevata alle 22 è stata del 36,2%. Al primo turno aveva votato il 47,6%. Lo si apprende dal sito del Viminale (il dato non tiene conto dei comuni della Sicilia, gestiti direttamente dalla Regione).

Il terremoto in Emilia Romagna sembra aver influito sulla volontà di andare a votare anche se il Viminale ha rassicurato sul fatto che per i comuni chiamati al voto nella Regione (Parma, Piacenza, Comacchio e Budero), non sono stati registrati problemi che abbiano ostacolato l’accesso alle urne. Tuttavia a Piacenza, alle 19, ha votato solo il 32,9% contro il 41,1% del 6 e 7 maggio. Più contenuto il calo a Parma, alle urne il 37,7% dei votanti contro il 40,2% del primo turno.

Il calo dell’affluenza è stato pesante anche in quei comuni in cui la sfida è la più attesa: si è attestato infatti a quasi 11 punti percentuali a Genova (alle 19 ha votato il 22,8% contro il 33,6% di quindici giorni fa) dove sono state poche le code alle urne mentre sono stati numerosi i post elettorali su Facebook, con i quali i sostenitori dei candidati sindaco, Marco Doria (centrosinistra, 48.31% al primo turno), ed Enrico Musso (lista civica e Terzo Polo, 15%) hanno invitato ad andare a votare. Ma gli inviti via web non si sono trasformati in code ai seggi. “Ci aspettavamo più gente al voto”, ammettono alcuni scrutatori di lista.

Calo record di affluenza a Palermo, dove alle 19 ha votato il 22,3% contro il 36,5% della stessa ora al primo turno. Nove punti percentuali in meno di affluenza per l’Aquila, passata dal 39,7% del primo turno al 30,5% delle 19 di ieri. In Lombardia si vota in 21 Comuni e gli occhi sono puntati sui capoluoghi: Como (dove si sfidano il candidato del centrosinistra Mario Lucini e del Pdl Laura Bordoli) e Monza (Roberto Scanagatti del centrosinistra e Andrea Mandelli sostenuto da Pdl e Destra, e dove la Lega ha ammainato la bandiera dal Comune, dal momento che il sindaco uscente, Marco Mariani, del Carroccio, al primo turno è stato escluso dal ballottaggio).

A Monza l’affluenza, alle 19, è calata di 8 punti percentuali. Al voto però si va anche nel varesotto nel comune natale di Umberto Bossi, Cassano Magnago, dove la Lega per la prima volta negli ultimi 20 anni è uscita di scena, e in provincia di Milano a Sesto San Giovanni, la ‘Stalingrado d’Italia’, dove la candidata di centrosinistra, Monica Chittò, non è riuscita ad essere eletta al primo turno e se la deve vedere con Franca Landucci, sostenuta da Pdl e Destra.

La sfida politicamente più inusuale è però quella di Parma dove Vincenzo Bernazzoli, appoggiato da una coalizione composta da tutti i partiti del centrosinistra, deve vedersela col candidato del Movimento 5 Stelle, Federico Pizzarotti, informatico in una banca di Reggio Emilia, classe 1973.
A Palermo la sfida al vetriolo è tutta interna al centrosinistra tra Fabrizio Ferrandelli, candidato sindaco di Pd, Sel e altre liste e Leoluca Orlando (Idv, Fds, Verdi).

A Genova si affrontano l’indipendente Marco Doria per il centrosinistra, favorito grazie al 48% di consensi del primo turno, e l’indipendente sostenuto dal Terzo Polo Enrico Musso, che è arrivato al 15% ma spera nella rimonta.