Primi aiuti, ammortizzatori e patto stabilità

ROMA – Affrontare l’emergenza terremoto che ha devastato alcuni comuni della Bassa Emilia, tra le province di Modena e Ferrara, come “un’emergenza nazionale e non regionale’’. Così il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Antonio Catricalà ha dettato la linea, tracciato la strada che andrà percorsa per affrontare da una parte l’emergenza e dall’altra parte la fase della ricostruzione. Una considerazione importante visto che l’emergenza e la crisi economica che affligge il Paese possono sembrare incompatibili e quindi entrare in conflitto. Oggi il consiglio dei ministri con decreto dichiarerà lo stato di emergenza aprendo la strada agli interventi della protezione civile. Ma già il premier Mario Monti, nell’immediatezza del disastro, ha dato pieni poteri al prefetto Franco Gabrielli, direttore della protezione civile, per attivare tutte le operazioni di assistenza alla popolazione e messa in sicurezza  delle strutture. Ma, ha detto Catricalà “è necessario trovare una soluzione finanziaria’’. E se è vero che ‘’il presidente Monti e il governo non intendono lasciare sole le autorità locali’’ bisogna trovare gli strumenti economico-finanziari per affrontare i problemi e dunque la ‘copertura’ finanziaria a tutti gli atti che saranno necessari. Cose che “vanno fatte subito – ha detto Catricalà -, e speriamo di farle per il meglio’’. Oltre all’ordinanza “che – sottolinea il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – è ordinanza di protezione civile e riguarda l’emergenza’’ Catricalà ha promesso che saranno valutate le richieste dei sindaci e del governatore Errani: in primo luogo una deroga del patto di stabilità, cosa questa che comunque “ha bisogno di copertura finanziaria’’, poi il rinvio dei pagamenti di tributi e contributi, materia da discutere con il ministro per l’Economia, quindi con lo stesso Monti. In più, e questa è una richiesta già rappresentata dal governatore dell’Emilia-Romagna Errani al ministro per il Lavoro Elsa Fornero, “sarà necessario pensare a ammortizzatori in deroga” perché “i lavoratori non debbano affrontare una doppia emergenza’’. Dunque pensare “a persone e a imprese’’ ha detto Catricalà. Il problema del lavoro ‘sospeso’ e quello delle imprese colpite dal sisma comporterà uno sforzo incredibile: “è necessario ripartire subito perché la crisi – dicono i sindaci delle zone terremotate – non perdonerà indecisioni’’.

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