Governo nel mirino, pidiellini: “Fare di più” L’opposizione: “Basta alla vuota retorica della crescita”

ROMA – C’e’ un certo nervosismo tra i partiti che sostengono Monti, che si spiega in parte con il terremoto delle amministrative in parte con i dati economici, in parte con le prime avvisaglie della campagna elettorale per le elezioni politiche. Dal Pdl, con sempre maggiore insistenza, arrivano rimbrotti e sferzate all’indirizzo di Monti, che nelle ultime ore si è trovato a dover risolvere la grana della riforma del Csm per accrescere il ruolo dei membri di nomina politica: al sottosegretario Catricalà che ne era in qualche modo l’ispiratore, ha confermato la fiducia riconoscendone la correttezza.

Alfano non si è sottratto al compito di prendere le distanze dal governo sostenendo che i pidiellini non si accontentano delle misure prese finora da Monti e chiedendo al premier di ‘’fare di più’’. Anche il Pd ha accentuato il suo ruolo critico: Bersani censura la ‘’retorica della crescita’’ che ultimamente abbellisce ogni discorso politico senza produrre grandi risultati e chiede di guardare in faccia al fatto che l’Italia è in piena recessione e ha bisogno di interventi immediati per uscirne. Mette in discussione il dogma del pareggio di bilancio per il 2013, osservando che l’Italia è l’unico paese ad aver fissato quel traguardo per l’anno prossimo, con l’aggravante di avere previsioni di un pil in rosso per il 2012. Sembra lontana l’epoca in cui la politica dei sacrifici e del rigore trovava oppositori solo nelle forze dell’opposizione.

Anche Napolitano mette in guardia dall’uso di ‘’politiche di bilancio restrittive’’ e dai tagli fatti ‘’con il machete’’ specie in settori sensibili come la formazione e la ricerca. Con la preoccupazione del futuro dei giovani in cima ai suoi pensieri, il capo dello Stato si fa interprete di una linea che, senza contraddire il risanamento dei conti pubblici e la messa in sicurezza del debito pubblico, apra una prospettiva di sviluppo. La coincidenza tra le parole di Napolitano e la presentazione da parte del commissario alla spending review del programma di tagli della spesa pubblica è probabilmente casuale ma a Enrico Bondi saranno fischiate le orecchie.

Ma i partiti che sostengono Monti in Parlamento sono concentrati solo in parte sulla politica economica. Il capitolo alleanze tiene banco a destra come a sinistra anche se negli ultimi giorni è soprattutto il partito di Bersani quello con i problemi maggiori.

L’ultimatum di Vendola e Di Pietro ha imposto ai democratici la necessità di chiarire in compagnia di chi si presenteranno alle prossime elezioni.

Il nodo sarà affrontato nella riunione della direzione nazionale convocata per domani (oggi, ndr). Affrontato ma non sciolto, dal momento che Bersani, a quanto pare, cercherà di prendere tempo, spiegando che non è ancora il momento di imbrigliarsi in formule politiche buone per l’oggi ma che potrebbero essere inadeguate o controproducenti quando si andrà a votare.

Un modo per tenere a freno l’ala moderata del Pd, in fibrillazione, perché non vuole finire nelle braccia del governatore della Puglia e del leader dell’Italia dei Valori. Di Pietro e Vendola, però, non resteranno a guardare: il leader Idv ha già alzato la posta, facendo sapere che se dal Pd non arriverà un sì chiaro all’alleanza di Vasto lui e Vendola andranno avanti da soli, mettendosi in competizione con i democratici (e provando a sfilargli voti).

Marco Dell’Omo

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