Balotelli: “Sono un genio, vincero il pallone d’oro”

PARIGI – Genio sì, ribelle no. Mario Balotelli si confida in un’intervista fiume a France Football, il periodico francese che dedica all’attaccante italiano, sorridente, anche la copertina.

Il giocatore parla apertamente di calcio ma anche di se stesso e dell’immagine che la gente ha di lui. La frase che dà il titolo all’articolo, arriva in risposta alla domanda: ‘pensi di essere un genio ribelle?’. “Io? – risponde Balotelli – sì, penso di essere un genio. Ma non penso di essere ribelle. Ho la mia vita, il mio mondo, mi comporto come voglio, senza pestare i piedi a nessuno”.

Alla successiva richiesta di chiarimenti, l’attaccante del Manchester City risponde: “Penso di essere più intelligente della norma. Ma giuro che non mi interessa demostrarlo”. Capisce che con i suoi comportamenti è stato normale finire fuori squadra qualche volta, ma ringrazia la sorte di avere come allenatori Roberto Mancini e Cesare Prandelli: “Lui mi conosce davvero – afferma del primo, fresco trionfatore in Premier League – più che un rapporto tecnico-giocatore, è una relazione di amicizia quella che c’é fra noi. Lui quando giocava era un pò come me. Io mi faccio espellere per dei falli, lui perché mandava gli altri a quel paese”.

Gli europei sono “l’appuntamento per me più importante finora”, dice Balotelli, aggiungendo di sperare che “non siano i miei ultimi ma i primi di una lunga serie”. Sul piano personale, promette di fare ‘grandi partite’ e che se l’Italia “dovrà essere eliminate, uscirà a testa alta”.

Il suo sogno “é diventare il calciatore più forte”, il suo obiettivo è “il pallone d’oro”: “Devo ancora lavorare tanto –
aggiunge – sono forte, ma so che lavorando posso esserlo molto di più”. Il suo mito, anche se oggi giocano ‘extraterrestri’ come Messi o Cristiano Ronaldo, resta “Ronaldo, il brasiliano”: “Per me è un dio – dice Balotelli – incontrarlo è il sogno che non ho mai realizzato. In assoluto é il mio idolo. Se un giorno lo incontrerò avrò la pelle d’oca”. Parlando dei problemi personali, inevitabile accenno al razzismo e a un brutto episodio che gli accadde nel 2009 a Roma, quando alcuni ragazzi gli lanciarono delle banane in strada: “Quei due o tre ragazzi ebbero la fortuna che la polizia arrivò subito perché, lo giuro, gli avrei riempiti di botte. Davvero, li avrei distrutti. Spero che non succederà più. Se qualcuno mi lancia banane per la strada, finirò in galera, perché lo ammazzo”.