Vaticano: “Scandalo prova dura per il Papa e la Curia”

CITTÀ DEL VATICANO – “Quella che stiamo vivendo è una prova impegnativa per il Papa e per la Curia romana che ci auguriamo possa essere superata con un passo deciso di identificazione della verità e di superamento dei problemi per meritare e godere della fiducia del popolo di Dio, fiducia che il Papa merita certamente mentre noi collaboratori dobbiamo sostenerlo’’. Così padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, è tornato a riferire sugli scandali dovuti alla rivelazione di documenti riservati e alle indagini di questi giorni che hanno portato all’arresto del maggiordomo di Benedetto XVI Paolo Gabriele, scuotendo il Vaticano.

Nei Sacri Palazzi c’è stupore e sconcerto per il coinvolgimento del cameriere del Santo Padre nell’inchiesta, ha affermato padre Lombardi.

– Gabriele è una persona che ha lavorato per diversi anni al servizio del Papa e quindi non c’erano indicazioni preoccupanti, c’è un interrogativo serio su di lui, siamo sconcertati perché nessuno avrebbe facilmente immaginato una situazione di questo genere. Il fatto importante è che Paolo abbia annunciato una collaborazione.

Gli interrogatori veri e propri di Paolo Gabriele non sono cominciati e bisognerà attendere ancora qualche giorno, tra fine della settimana e l’inizio della prossima.

Lombardi ha smentito ‘’la notizia relativa al fatto che fossero stati interrogati 5 cardinali, apparsa sui giornali, non ha riscontro, non è stato detto se e quanti sono i cardinali interrogati. Certo la commissione cardinalizia incaricata dal Papa di svolgere il suo lavoro continua a lavorare, ma la notizia dei cinque cardinali non ha riscontro’’.

Idem per le indiscrezioni di stampa relative al ritrovamento di alcune buste che sarebbero state trovate durante le perquisizioni nella casa del maggiordomo del Papa:

– Il sequestro di buste con il nome di destinatari non ha riscontro – afferma.
Sulla vicenda è intervenuto, dalla Fiera Internazionale della Famiglia, anche l’Arcivescovo di Milano Angelo Scola:

– Questa delicata e difficile situazione, che sicuramente è affrontata con molto rigore e molta serietà dagli uomini che sono stati deputati a questo compito, non deve produrre indebite generalizzazioni, il rischio è questo – ha avvertito il porporato.

Al momento non ci sono all’orizzonte ipotesi di collaborazione con la giustizia italiana perché, fermi all’accusa di furto aggravato formulata contro un cittadino vaticano, per documenti trovati entro le mura vaticane. Non è escluso che con il procedere dell’inchiesta, se ci fosse necessità di indagare su cittadini italiani, le cose cambierebbero.

Nessun atto formale, finora, neppure rispetto alla pubblicazione di documenti riservati nel libro “Sua Santità” di Gianluigi Nuzzi. Il Vaticano la definì “atto criminoso”, e secondo alcuni si poteva configurare ipotesi di ricettazione, furto, divulgazione indebita. La questione, ha chiarito padre Lombardi, è “ancora in fase di studio e chiarimento”.