BREVI: AMERICA LATINA

Brasile, Lula candidato nel 2014, “Solo se Dilma non si ripresenta” – E’ pronto a ripresentarsi per la corsa alla presidenza nel 2014, ma solo se Dilma Rousseff non esprimerà il desiderio di candidarsi per un secondo mandato: reduce da un tumore, Luiz Inácio Lula da Silva, 68 anni, presidente più popolare della storia del Brasile (2003-2011), lo farebbe per scongiurare l’eventuale affermazione del Partido da Social Democracia Brasileira (Psdb) del suo predecessore, Fernando Henrique Cardoso. “L’unico caso in cui potrei candidarmi sarebbe se lei non volesse il posto. Non permetterò che un ‘tucano’ (così sono chiamati i membri del Psdb) torni ad essere presidente del Brasile” ha detto Lula in un’intervista al programma tv ‘Programa do Rathinho’ dell’emittente Stb. Nel frattempo, ha aggiunto che parteciperà alla campagna in vista delle elezioni per il sindaco di San Paolo appoggiando il candidato del suo Partido dos Trabalhadores (Pt), Fernando Haddad. Lula è tornato alla vita pubblica dopo l’annuncio della sua guarigione da un tumore il 28 marzo, ma è ancora debilitato e costretto ad usare un bastone da passeggio. “Torno in politica perché credo che il Brasile deve continuare a crescere, a svilupparsi, creando lavoro e migliorando la vita di milioni di brasiliani che hanno raggiunto il livello della classe media e non vogliono perderlo” ha aggiunto l’ex presidente. La risposta del leader del Psdb, Sergio Guerra, non si è fatta attendere: l’annuncio di Lula, ha detto, è una dimostrazione di “profonda arroganza” e “totale squilibrio”.

Bolivia, Governo pronto a ‘referendum’ su progetto minerario – Il governo del presidente Evo Morales convocherà una “consultazione pubblica” tra gli indigeni dell’altopiano prima di decidere in merito all’avvio dello sfruttamento della miniera d’argento di Mallku Khota da parte dell’azienda canadese South American Silver: lo ha annunciato il ministro delle Miniere, Mario Virreira, in una conferenza stampa, accogliendo così la richiesta degli ‘ayllus’, i nativi Quechua che abitano il territorio interessato dalle operazioni. Con la consultazione, ha spiegato il ministro, il governo chiederà agli indigeni se lo sfruttamento del giacimento dovrà essere effettuato dall’azienda canadese, da una società mista o dallo Stato. L’annuncio è giunto a tre giorni dall’avvio di una marcia indetta dai minatori ‘informali’ del dipartimento di Potosí, dov’è situata la miniera, per protestare contro la South American Silver. Una mobilitazione che Virreyra ha condannato perché, ha detto, “inganna la popolazione”. “Tutte le persone che sfruttano illegalmente le risorse minerarie devono ritirarsi, sono attività ai margini della legge su cui non possiamo trattare in alcun modo” ha sottolineato il ministro. Gli alti prezzi dei minerali da cinque anni a questa parte hanno dato origine a diversi conflitti: molte miniere sparse nel paese andino sono state occupate da minatori ‘informali’ o da comunità indigene che cercano di trarre profitto dal momento positivo dei mercati.

Guatemala, timori su possibile chiusura segreteria per la pace – Decine di persone hanno protestato a Città del Guatemala di fronte agli uffici della Segreteria per la pace dopo l’annuncio del licenziamento di 17 funzionari incaricati di investigare sui crimini della guerra civile (1960-1996), che provocò almeno 250.000 vittime: una decisione che lascia intendere un’imminente chiusura dell’organismo, dipendente dalla presidenza della Repubblica. L’eventuale chiusura della Segreteria implica “l’esclusione completa dei responsabili del conflitto armato, il che evidenzia la politica di impunità dell’attuale governo” – guidato dal generale dell’esercito a riposo Otto Pérez – si legge in un comunicato diffuso dal sindacato dei lavoratori dell’istituzione (Sitrasepaz). Lo smantellamento della Segreteria comporterebbe anche la chiusura degli Archivi della pace creati nel 2008 per digitalizzare e registrare tutti i documenti declassificari dell’epoca del conflitto: contengono, tra l’altro, dossier dell’esercito e della polizia su ipotetici “sovversivi marxisti” e il registro militare dove sono trascritti i nomi di decine di ‘desaparecidos’. “Gli Archivi contengono anche documenti militari utilizzati al momento in diversi processi aperti nei confronti dell’ex dittatore Efraín Ríos Montt, oltre a pubblicazioni che possono servire per migliaia di altri dibattimenti” ha denunciato l’attivista Helen Mack.

Perù, proteste a Espinar: si prepara “Tavolo del dialogo” – “Speriamo di poter riprendere il dialogo a Espinar entro il fine settimana” ha detto in conferenza stampa da Lima il ministro dell’Ambiente, Manuel Pulgar, riferendosi al conflitto in corso nell’omonima provincia delle Ande sud-orientali del Perù dove da lunedì è in vigore lo stato d’emergenza seguito alle proteste della popolazione e dei dirigenti civici locali contro l’azienda mineraria svizzera Xstrata. Fonti di stampa di Cuzco, regione di cui fa parte Espinar, rilanciano in queste ore gli inviti che provengono da più parti, dalla Chiesa al governo regionale, a un “dialogo immediato” per evitare nuove violenze dopo gli scontri tra polizia e manifestanti che hanno causato almeno 4 morti e decine di feriti.

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