“Lavoratori non sono tutti uguali, opportuno che decida il Parlamento”

ROMA – Immediata la reazione dei sindacati alla proposta del ministro Fornero che auspica parità di trattamento tra i lavoratori del settore privato e quelli del settore pubblico.

– Mi permetterei di dire al ministro del Lavoro che dovrebbe tutelare la legittimità delle cose che fa – afferma Michele Gentile, coordinatore del Dipartimento settori pubblici della Cgil.

Suona altrettanto duro il giudizio di Gianni Baratta, segretario confederale della Cisl:

– Il ministro Fornero interviene di nuovo su cose che non la riguardano. Non è vero quello che dice la Fornero che i lavoratori sono tutti uguali perché tra l’altro chi è dipendente pubblico è vincitore di concorso. C’è il problema dei precari – continua Baratta – ebbene se ne occupasse, così come dei 300 mila e non dei 65 mila esodati. Il pubblico impiego comunque è diverso dal privato ed è più opportuno che decida il Parlamento.

Rispetto alla posizione di Patroni Griffi quindi, che non ha messo la norma sui licenziamenti nella bozza, Baratta ritiene che abbia agito “ragionevolmente e che sarà il Parlamento – ribadisce – a decidere cosa fare trattandosi di argomento particolare quale è il pubblico impiego”.

Quanto alla Uil, è il segretario confederale Paolo Pirani, che ha seguito la trattativa a palazzo Vidoni, a esprimere una certa insofferenza.

– E’ inaccettabile questa discussione, è un rimpallo sulla pelle delle persone – sbotta -. La legge deve tradursi nella presentazione del ddl da parte del governo, attendiamo che venga fatto rapidamente. Peraltro sul principio di parità tra pubblico e privato siamo d’accordo a partire dai contratti di lavoro, quanto ai licenziamenti la materia è regolata dall’accordo sindacati-governo.