Per la Ypf 35 miliardi di dollari fino al 2017

BUENOS AIRES – La compagnia petrolifera argentina Ypf annuncia nuovi importanti investimenti, 7 miliardi di dollari all’anno per i prossimi cinque anni, necessari a riprendersi dal calo di produzione di petrolio e gas naturale. La notizia è stata data da Miguel Galuccio, amministratore delegato della compagnia, secondo cui la Ypf, a partire dal prossimo anno, dovrebbe tornare a crescere fortemente, a un record del 6% all’anno con mille pozzi perforati. Si tratterebbe di un ritorno ai livelli del 1996, prima della sua privatizzazione.

Il governo di Cristina Fernandez sette settimane fa ha deciso l’espropriazione statale della compagnia, controllata a maggioranza dalla spagnola Repsol, sostenendo che quest’ultima non abbia investito abbastanza per accrescere la produzione. Galuccio, nominato alla guida della compagnia il mese scorso, ha accusato la Repsol di aver fatto diminuire dell’80% la produzione argentina di greggio e del 100% quella di gas nello scorso decennio. Ma la situazione, ha aggiunto, può essere modificata poiché, per esempio, lo sfruttamento del solo 15% delle risorse di scisto della Vaca Muerta, giacimento nella provincia di Neuquén, potrebbe coprire la carenza di energia dell’Argentina.

Il nuovo Ceo del maggiore produttore di gas e petrolio dell’Argentina ha anche dichiarato che la società cercherà partner strategici per sviluppare le grandi risorse di gas e petrolio alternative del paese. Ypf il prossimo anno investirà circa 1,36 miliardi di dollari in test su tecniche di estrazione di gas e petrolio alternativo, ha affermato Galuccio, che, se avranno successo, saranno seguiti da un ulteriore investimento di 12 miliardi di dollari tra il 2013 e il 2017.

“Abbiamo deciso di adottare il modello misto, Stato e mercato, affidando a uno staff di professionisti la direzione dell’azienda. Faremo tutto il necessario per garantire il successo di Ypf: la grande sfida da cui non possiamo esimerci è quella di migliorare il sistema energetico argentino” ha detto la presidente Cristina Fernández.

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