MY WAY: La storia condanna gli impostori

Ogni Paese celebra, durante l’anno solare, una serie di ricorrenze che sono volte a commemorare, a ricordare e ad educare i cittadini. Non sono sempre delle giornate di giubilo e di festa: la shoah, ad esempio, commemora l’Olocausto (dal greco Olokaustos, ‘bruciato interamente’), ovvero il genocidio perpetrato dalla Germania nazista. Anche nel nostro piccolo, a pensarci bene, abbiamo alcuni giorni che riteniamo avere una particolare importanza: i compleanni, gli anniversari e altre ricorrenze speciali. Il denominatore comune di tutto ció é il ricordo di un avvenimento, attraverso la memoria storica. E´ la Storia con la ‘S’ maiuscola che ci invita a celebrare tali avvenimenti. La Storia ci trasmette il Sapere, attraverso l’indicazione di eventi che hanno marcato profondamente l’essere umano e che aiutano, in maniera inequivocabile, tutta l’umanitá ad elevarsi ed a scoprire le ragioni della propria esistenza. Grazie alla Storia possiamo analizzare i disastri e, al tempo stesso, contemplare le meraviglie e i fondamentali obiettivi raggiunti dal genere umano in generale, e dai nostri compatrioti in particolare.

In Italia, la festa della Repubblica, si celebra il due giugno, in ricordo della nascita della Repubblica. In tale data, infatti, nel 1946, si tenne un referendum popolare con il quale si chiedeva agli italiani di scegliere tra due forme di governo, monarchia o repubblica, che avrebbero retto il Paese, dopo la caduta del regime fascita di Benito Mussolini. Ció succede in quasi tutti i Paesi del mondo: negli Stati Uniti, il 4 luglio si celebra la festa dell’Indipendenza, in Russia il 12 giugno, in Francia il 14 luglio é l’anniversario della Presa della Bastiglia. E’ probabile che anche in altri Paesi vi siano persone che vorrebbero cancellare tali ricorrenze, accusando i politici di turno di sperperare denaro pubblico che potrebbe, altrimenti, essere destinato ad aiutare i poveri ed i bisognosi. Tuttavia, in nessun Paese le polemiche raggiungono i livelli che abbiamo raggiunto in Italia durante la ricorrenza di questo 2 giugno 2012.

Il terremoto, l’ennesimo, che ha scosso la nostra Penisola, ci lascia tutti sgomenti e impotenti di fronte alla dimostrazione di forza della Natura, questa volta inclemente e distruttiva. Personalmente, conosco molto bene quelle terre e, posso affermare con assoluta certezza che l’Emilia sará di nuovo una regione prospera, segnata dalle eccellenze e dalla genialitá e dall’abnegazione dei suoi abitanti, qualitá che fanno sí che sia una delle regioni con la qualitá della vita fra le piú alte non solo d’Italia, ma d’Europa. E questo perché gli Emiliani hanno da sempre una forte e viva memoria storica, che si tramandano da generazioni e che rappresenta una corazza che nessun terremoto o nessun regime potrá mai sconfiggere. Giá, é proprio la Storia che dá a questa gente una forza direi sovrumana, capace di far uscire tale regione, fortemente colpita dal terremoto, piú forte e ricca di risorse umane e materiali che mai.

Sono sicuro che gli Emiliani non chiedono di annullare le manifestazioni del 2 giugno, festa della Repubblica che proprio loro hanno contribuito in maniera fondamentale e con tanto sangue (Marzabotto, é bene ricordarlo, é in provincia di Bologna) a raggiungere: chiedono, questo sí, che gli aiuti arrivino puntuali e che tutto il denaro dello Stato sia effettivamente destinato a restaurare e ricostruire quanto é andato distrutto.

Tutto il resto é sciacallaggio. Chiedere l’annullamento delle celebrazioni per la festa della Repubblica é assolutamente leggittimo; farlo strumentalizzando il terremoto in Emilia non é ammissibile. Se poi a rinuciare alle manifestazioni é proprio il ‘primo cittadino’ di Roma, beh, la cosa é ancora piú grave. Dell’accusa, poi, mossa dall’ex magistrato, incolto e incapace di concepire idee interessanti e degne di nota, al ’nostro’ Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di spassarsela gioioso tra i banchetti del Quirinale sperperando ‘i soldi degli italiani’, c’é solo un’amara constatazione da fare: l’Italia sta attraversando un vuoto politico senza precedenti, permettendo cosí a dei comici, a dei buffoni e a degli impostori, di dominare la scena ed il dibattito politico. Speriamo che queste celebrazioni della festa della Repubblica aiutino a far riscoprire a tutti gli italiani quella memoria storica e quell’identitá nazionale che sta lentamente svanendo; se ció non avverrá, saremo un popolo senza radici e senza identitá, destinato eternamente a soccombere.

Andrea De Vizio

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