Obama telefona a Monti: “Rafforzare Eurozona”

NEW YORK – Rafforzare la zona euro e stimolare la crescita. Sono le questioni sulle quali hanno convenuto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il presidente del Consiglio Mario Monti, nel corso di una telefonata avvenuta nel quadro dei colloqui che l’inquilino della Casa Bianca sta avendo con i leader europei in vista del G20 che si terrà in Messico il 18 e 19 giugno. “Nel quadro dei contatti con i leader europei in preparazione del vertice G20 in Messico il 18-19 giugno, il presidente Barack Obama – riferisce una nota di Palazzo Chigi – ha telefonato al presidente del Consiglio Mario Monti per uno scambio di idee sulla situazione economica. Entrambi si sono trovati d’accordo sull’importanza di rafforzare la capacità della zona euro di rispondere alla crisi e di stimolare la crescita in Europa. Hanno inoltre convenuto di rimanere in stretto contatto”.

Colloqui anche
con Merkel e Cameron…
Nel giro di pochissime ore – dopo la teleconferenza dei ministri delle finanze del G7 di martedì – il presidente americano ha chiamato il premier britannico David Cameron – che oggi vedrà Angela Merkel – e la stessa cancelliera tedesca. Probabile che nelle prossime ore arrivi anche la chiamata all’Eliseo. Insieme a Cameron, Obama ha avanzato la richiesta di un “piano immediato” per risolvere la crisi dell’eurozona. E della necessità di un’azione urgente per ristabilire la fiducia dei mercati. Un’azione, hanno detto i due leader, che dovrà essere affiancata “da una strategia a lungo termine per garantire una moneta unica forte”. Obama e Cameron hanno poi detto di considerare “un passo positivo” i piani della Commissione europea con l’obiettivo di proteggere i contribuenti ed evitare futuri salvataggi pubblici delle banche.
La Casa Bianca, stavolta, non vuole lasciare nulla al caso, e vuole essere più che mai presente e parte attiva nella ricerca delle giuste soluzioni per la crisi europea. Tanto da insistere sulla possibilità di inviare nel Vecchio Continente i propri esperti, per ‘spiegare’ agli europei la ricetta che ha permesso agli Usa di uscire dalla crisi degli anni scorsi.

…senza tralasciare
Pechino
Ma il presidente americano in queste ore cerca anche la sponda dei Paesi non europei del G20, Cina in testa. Così da Washington è partita un’altra telefonata, quella per Pechino. A farla è stato stavolta il segretario al Tesoro Timothy Geithner. Dall’altra parte del filo il vicepremier cinese, con delega agli affari economici e finanziari, Wang Qishan. Anche loro hanno auspicato una rapida soluzione della crisi europea, che minaccia la Cina quanto gli Stati Uniti.

Contro
la dottrina ‘Merkozy’
L’obiettivo di Obama è quello di creare un fronte comune per il G20 (anche con le altre capitali dei Paesi emergenti, i cosiddetti Brics) che metta l’Europa – nello specifico la Germania – con le spalle al muro, costringendola a prendere finalmente passi che vadano nella giusta direzione. Già ‘’nelle prossime settimane’’, sottolinea il portavoce della Casa Bianca Jay Carneyome. Che si tratti degli eurobond e dell’unione fiscale o di un intervento più deciso della Bce sul modello della Fed. Oppure del rafforzamento del sistema bancario europeo attraverso stress test più severi e iniezioni di capitale più sostanziose agli istituti in grado di resistere agli shock finanziari. Fino alle misure per rilanciare l’economia e l’occupazione. Misure per favorire le quali Obama sta cercando di rafforzare l’asse con Londra, Parigi e Roma. Una linea sulla quale il neo presidente francese, Francois Hollande, si è dichiarato pienamente d’accordo, abbandonando la ‘dottrina ‘Merkozy’ ‘ seguita dal suo predecessore Nicolas Sarkozy, fatta prevalentemente di austerity. Una dottrina di cui Obama non vuol più sentire parlare.