Rinvio dei Comites e Cgie, Carozza: «Vogliamo ancora credere a questo governo»

ROMA – Il Cgie vuole ancora credere a questo Governo. Dopo gli incontri con il Ministro degli Esteri Terzi e il sottosegretario De Mistura, il Comitato di Presidenza del Consiglio Generale, riunito in questi giorni a Roma, ha visto uno “spiraglio”, una apertura “sincera” al confronto sulle politiche per gli italiani all’estero, a cominciare dal rinvio delle elezioni di Comites e Cgie.

È quanto sostenuto alla Farnesina dal segretario generale del Cgie, Elio Carozza, reduce da due diverse audizioni informali alla Camera e al Senato, in cui ha ribadito la posizione del Consiglio. E cioè che il decreto così com’è non va bene, almeno nella parte in cui nulla dice su dove andranno a finire i fondi già stanziati per le elezioni di quest’anno, che, come noto, non si terranno più.

Diversi gli stati d’animo che hanno caratterizzato i lavori del Cdp.

– Siamo arrivati lunedì – ci ha detto Carozza – sconcertati e indignati per il decreto. Credo sia stato il momento più difficile che abbiamo vissuto, anche alla luce delle dichiarazioni di Monti e Terzi all’insediamento di questo Governo.
Poi lo “spiraglio” nell’incontro che il segretario generale ha avuto con il Ministro Terzi.

– Due ore di colloquio in cui – ha spiegato Carozza – ho ribadito la contrarietà totale del Consiglio generale a questo decreto, sia dal punto di vista formale che sostanziale. In primo luogo perché, al contrario di quanto previsto dalla legge, il Cgie non è stato consultato; e poi per il contenuto abbastanza inquietante di un decreto che tocca l’impostazione dei due organismi, parla di contenimento della spesa e inserisce nuove modalità di voto, ma tace su come verranno riutilizzate le somme in bilancio per le elezioni 2012. Su questo punto, il Cdp ha affermato con forza la necessità che questi soldi siano rinvestiti nelle politiche migratorie e su tre capitoli in particolare, cioè lingua e cultura, assistenza e fondi ai Comites.

Terzi, ha aggiunto Carozza, “ci ha rassicurato, e questa è sicuramente una novità nell’approccio del Governo col Cgie, sul fatto che l’unico motivo alla base del rinvio è che nonostante gli sforzi fatti non sono riusciti a trovare i soldi necessari per le elezioni.”

– Al contrario del precedente Governo, insomma – ha precisato Carozza -, non hanno rinviato le elezioni in attesa della riforma”.

Quindi il Cgie, partito con l’intenzione di fare di tutto per bloccare il decreto all’esame della Commissione Affari Esteri del Senato, ha finito per riconoscere i problemi economici messi sul piatto da Terzi e De Mistura, ma a certe condizioni.
– Siamo consapevoli della crisi economica del Paese e abbiamo apprezzato la sincerità, la trasparenza e la franchezza di Terzi e De Mistura – ha detto Carozza -. Ma abbiamo chiesto, e il Ministro ci ha rassicurati su questo punto, che il decreto venga migliorato e che vengano eliminati alcuni equivoci. Il primo: se si parla di riforma, non sarà quella Tofani; il secondo, sul voto elettronico che non deve essere l’unica possibilità né intaccare il voto all’estero; il terzo, inserire nel decreto la destinazione dei fondi recuperati, per sostenere lingua e cultura, l’assistenza ai connazionali indigenti e la sopravvivenza dei Comites che, se mantenuti in vita fino al 2014, almeno siano messi in condizione di farlo con dignità, già a integrazione dei capitoli di questo 2012.

Terzi, ha riferito Carozza, “ha fatto proprie queste indicazioni e non ci ha nascosto l’imbarazzo politico, passatemi il termine, di dover andare in Parlamento a chiedere modifiche ad un decreto del Governo. E questo – ha ribadito – è un approccio diverso che ci fa ben sperare, al contrario di quanto accadeva col precedente esecutivo e il sottosegretario Mantica”.

Mantica che ora sarà relatore del decreto in Commissione: una decisione che “sconcerta” il segretario generale che ha ricordato i “forti scontri” avuti con l’ex sottosegretario e “le sue affermazioni sulla cancellazione di Comites e Cgie”. A confortare il Consiglio Generale c’è la presenza di un correlatore – il senatore Tonini – e la disponibilità del Governo: “in questo passaggio in Commissione, noi faremo di tutto perché i senatori siano più vicini a Terzi che a Mantica”.
Carozza ha parlato anche di “novità sostanziali”.

– L’apertura totale del Governo – ha detto – si è concretizzata nel dialogo reale che abbiamo avuto in questi giorni. De Mistura ha partecipato a tutta la mattinata dei lavori e il Ministro Terzi è venuto a salutarci nonostante la bilaterale con il collega francese.

Con entrambi il Cdp ha convenuto sulla co-organizzazione – che coinvolgerà anche le regioni – di 4 seminari: lingua e cultura; riforma rappresentanza; servizi e informazione; assistenza.

I primi due si terranno ad autunno inoltrato, probabilmente a fine novembre, al posto della assemblea plenaria.
– Parlare di lingua e cultura vuol dire pensare al futuro. È la questione delle questioni – ha detto Carozza -. Riprenderemo in mano la proposta fatta dal Cgie in marzo e daremo indicazioni concrete al Governo per una politica culturale all’estero che metta l’Italia all’altezza degli altri Paesi Ue.

Sulla riforma di Comites e Cgie, il Governo “si è impegnato a presentare una sua proposta di legge, che non sarà quella Tofani, ma con piccole modifiche soprattutto sul Cgie, che siano condivise e quindi veloci da approvare”, in tempo con la fine della Legislatura.

Nel febbraio 2013 ci sarebbero gli altri due seminari. In ogni caso, contribuiranno alla loro organizzazione anche le regioni, oggi presenti in massa al Cdp: “avevamo con noi ben 12 consulte regionali, tra cui, per la prima volta, quella Siciliana”. Con loro, e con quattro università, verrà organizzato il primo seminario.

– Costituiremo un piccolo gruppo di lavoro che dialogherà online per poi incontrarsi in Emilia Romagna a settembre, un segno di vicinanza e di solidarietà alle popolazioni terremotate, che oggi abbiamo manifestato alla Presidente Bartolini a nome di tutti gli italiani all’estero.

– Insomma – ha detto Carozza -, questa tre giorni alla Farnesina ci ha fatto risalire la china rispetto alla tristezza con cui siamo arrivati lunedì, ma non nascondiamo una piccola preoccupazione. Il Ministro Terzi – ha spiegato – ha tenuto a manifestare la sua sorpresa di fronte al nostro sconcerto per il decreto di rinvio perché, ci ha detto, si è consultato con alcuni parlamentari eletti all’estero, di vari schieramenti, sia alla Camera che al Senato che, in qualche modo, hanno avallato questa idea del rinvio. E questo ci inquieta: perché alcuni eletti all’estero sapevano del decreto, mentre i loro partiti no. E noi meno che mai. Non è una parola che è nel mio vocabolario, ma parlerei di tradimento, o quanto meno di atteggiamento deplorevole, oltre che ingeneroso verso chi opera in spirito di volontariato.

Uno spunto, questo, che Carozza ha riportato sia alla Commissione Esteri della Camera che al Comitato del Senato, insieme ad una considerazione:

– Gli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero, soprattutto in questo momento di crisi, dovrebbero essere per il Paese una buona pratica da copiare! 128 Comites lavorano con meno di 2 milioni di euro in quattro continenti, grazie al lavoro di volontariato dei consiglieri. Non sono un costo, ma una best practice da imitare!

Micheloni: «Emenderemo
il decreto
che rinvia le elezioni»
ROMA – Senatore del PD eletto in Europa e Vice presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero, Claudio Micheloni ha incontrato il Segretario Generale del Consiglio Generale degli italiani all’estero, Elio Carozza, con cui ha condiviso le “forti critiche” avanzate dal Cgie al decreto che rinvia al 2014 le elezioni di rinnovo degli organismi di rappresentanza.

Micheloni, in particolare, ha “stigmatizzato il comportamento del Ministro degli affari esteri Terzi di Sant’Agata e del sottosegretario di Stato per gli affari esteri De Mistura che hanno adottato il provvedimento d’urgenza a prescindere, ed anzi in difformità dal preventivo concerto con i parlamentari” e ha preannunciato “emendamenti volti a consentire il rinnovo dei Comites e dei CGIE entro marzo 2013”.

Il parlamentare ha assicurato che proporrà “una consistente assegnazione delle somme destinate alle elezioni ora rinviate e di quelle rinvenienti da una riforma delle indennità per i dipendenti del MAE all’estero ai capitoli di bilancio per le politiche migratorie”.

Porta: «Mantenere
tre livelli
di rappresentanza»
ROMA – Intervenendo nel corso dell’audizione del segretario generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, Elio Carozza, e di una delegazione del Comitato di Presidenza del massimo organo di rappresentanza degli italiani all’estero alla Camera, Fabio Porta, deputato del Pd eletto in Brasile e vicepresidente del Comitato permanente sugli italiani all’Estero, ha voluto ribadire l’importanza di mantenere i tre livelli di partecipazione democratica degli italiani nel mondo.

– Condivido in pieno l’appello del Cgie al governo e oggi al Parlamento per il mantenimento – sia pur in una prospettiva di riforma e di adeguamento al quadro istituzionale in evoluzione – degli attuali tre perni della rappresentanza italiana nel mondo: Comitati degli Italiani all’Estero, Consiglio Generale e delegazione parlamentare – ha detto Fabio Porta -. Senza gli organismi di base e il livello intermedio risulterebbe improduttiva, inefficace, se non inutile anche la nostra funzione di parlamentari eletti all’estero.

Poi ha aggiunto:

– Il decreto con il quale il governo ha deciso di rinviare le elezioni di questi organismi al 2014 è sbagliato nel merito e soprattutto nel metodo e ciò proprio in ragione del mancato coinvolgimento di questi livelli istituzionali di rappresentanza, a partire dallo stesso Parlamento.

Per questi motivi Fabio Porta ha detto di condividere “l’altro appello rivolto alla Commissione Affari Esteri dal segretario generale del Cgie: quello volto a ripristinare in pieno l’attività del Comitato Permanente degli Italiani all’Estero, sospesa a causa delle dimissioni da parlamentare del suo presidente, Marco Zacchera”.

– La mancanza del Comitato priva il Parlamento di un essenziale organismo di confronto e approfondimento relativo alle tematiche degli italiani nel mondo – ha concluso il parlamentare del Partito Democratico – oltre a prestare il fianco all’esistenza di trattative e negoziati estranei alla normale dinamica parlamentare, spesso all’origine di tanti errori ed incomprensioni nel rapporto tra governo e Parlamento.