Socialisti verso maggioranza assoluta

PARIGI – A rue Solferino, la storica sede dei socialisti parigini, non ci sono stati boati, esplosioni di gioia e abbracci. Il partito ha vinto e ha vinto bene, i francesi gli hanno confermato la fiducia ma la ferrea parola d’ordine per tutti è: nessuna festa in anticipo. Quella vera la sognano e la organizzano per domenica prossima, se ci sarà la maggioranza assoluta che consegnerebbe in esclusiva a Francois Hollande il Paese, chiavi in mano. “La destra mette in guardia contro uno Stato PS”, titolava ieri il conservatore Le Figaro ed è questo il tema del giorno in Francia.

I socialisti hanno conquistato l’Eliseo e hanno rivinto in questo primo turno delle legislative, la destra ha perso di un paio di punti percentuali la presidenza. Sparisce quasi certamente il leader del MoDem Francois Bayrou con le sue sfumature centriste, dopo aver fatto il portatore d’acqua (e di voti) ad Hollande senza trovarsi poi ricambiato. Non sfondano nè Jean-Luc Melenchon, nè la Le Pen. Ad aver deciso più di tutti, in realtà, è stata l’affluenza bassissima (57,2%, record negativo per la Quinta repubblica) che ha alzato la percentuale necessaria per qualificarsi al ballottaggio, il 12,5% degli iscritti.

In casa socialista, la soddisfazione è contenuta e prudente, Hollande tiene a confermare la sua immagine di presidente “normale” e soprattutto non vuole dare l’idea di avere mire assimilabili all’”iperpresidente” Sarkò, il suo predecessore.

Dietro le quinte del partito, però, ci si leccano i baffi al solo pensiero di poter contare su una maggioranza fra i due rami del Parlamento a livello di tre quinti, quella necessaria per le riforme costituzionali. Gli avversari tremano al solo pensiero di cedimenti di sovranità all’Europa o di concessione del diritto di voto agli stranieri. I socialisti vogliono insistere per avere mano libera e non dover negoziare con l’estrema sinistra dei neocomunisti. Quanto ai Verdi, alleati fedeli, già presenti nel governo con Cecile Duflot, sono sopravvissuti alla disfatta di Eva Joly alle presidenziali grazie all’accordo elettorale con i socialisti. La pennellata finale all’affresco tutto “in rosa” sognato dal Ps è quella di un drappello di deputati Verdi abbastanza numeroso per dare i numeri alla gauche ma non per garantire agli ecologisti un gruppo parlamentare e poter incidere concretamente sulle leggi.