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Bolivia, Morales ambasciatore dell’Onu per la Quinoa – Alimento base delle popolazioni andine oggi in voga nei negozi di prodotti ‘bio’, ma anche causa di conflitti per il possesso della terra, la quinoa (o quinua) ha da ora il suo rappresentante speciale al livello internazionale: il presidente della Bolivia, Evo Morales, in visita a Roma, è stato nominato dalla Fao (Organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura) ambasciatore del cosiddetto ‘grano sacro degli Incas’, di cui da tempo promuove la produzione per fare fronte alla crisi alimentare. La nomina è stata definita da Morales “un importante passo per decolonizzare l’alimentazione convenzionale” e offrire “alternative che fanno bene all’umanità” ma, tuttavia, ancora tenute poco in conto dai governi. “Per anni la quinoa è stata malvista, come il movimento indigeno. Ricordare questo passato è ricordare una discriminazione, mentre ora se ne riconosce il valore alimentare”. Vegetale ricco di proteine e aminoacidi essenziali, oltre che privo di glutine, elementi che ne spiegano la crescente diffusione planetaria anche grazie al commercio equo e solidale, la quinoa è raccomandata finanche dalla Nasa dal 1993 per la dieta degli astronauti, ha ricordato l’agenzia ufficiale boliviana Abi. Ma è anche considerata “dono ancestrale” degli indigeni andini, ha detto Morales, sottolineando che da millenni è coltivata “in armonia con la Madre Terra”. Per promuoverne al livello globale il valore alimentare, l’Onu ha peraltro proclamato il 2013 Anno internazionale della quinoa. Secondo l’istituto nazionale dell’Innovazione agrozootecnica e forestale (Iniaf), la Bolivia è il primo produttore ed esportatore mondiale di quinoa e controlla il 70% del mercato internazionale. Anche a causa del problema irrisolto della proprietà della terra, in Bolivia come nell’intera America Latina, ha dato origine anche a conflitti sociali che di recente hanno coinvolto alcune comunità del dipartimento sud-occidentale di Potosí e di quello centro-occidentale di Oruro.

Perù, Humala a Ginevra difende l’azione del governo sui conflitti minerari – “Non esiste alcuna criminalizzazione della protesta sociale, stiamo solo difendendo lo stato di diritto”. Il presidente Ollanta Humala si è così difeso dalle accuse di repressione delle manifestazioni che da mesi agitano la provincia di Espinar, nelle Ande sud-orientali peruviane, contro l’azienda mineraria svizzera Xstrata che nella zona gestisce il giacimento di rame di Tintaya. Parlando a Ginevra a margine della Conferenza annuale dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo/Oil), Humala si è detto certo che le comunità indigene e contadine del suo paese “diventeranno alleati strategici per lo Stato”, confermando la sua volontà di ascoltare le loro istanze. La priorità del governo, ha aggiunto, è “promuovere la crescita economica accompagnata da investimenti responsabili e dallo sfruttamento razionale delle risorse naturali, rispettando l’ambiente”. Rispondendo alla domanda di un giornalista sull’opportunità di applicare al caso di Tintaya la legislazione che prevede una consultazione popolare preventiva allo sfruttamento delle risorse – come stabilisce peraltro una convenzione dell’Ilo/Oil – ha tuttavia risposto che “non necessariamente una singola comunità è qualificata” ad avervi accesso.

Oms: Gas di scarico dei motori a diesel sono cancerogeni – I gas di scarico dei motori diesel sono cancerogeni. Lo afferma l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), alzando lo status delle emissioni dei motori diesel da ‘cancerogeni probabili’, come furono definiti nel 1989, a ‘cancerogeni certi’. “Si tratta dello stesso ordine di grandezza del fumo passivo”, ha spiegato Kurt Straif, direttore dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc), agenzia che si è pronunciata in materia e che fa parte dell’Oms. “Potrebbe essere – ha aggiunto Straif – un ulteriore stimolo per Paesi affinché riducano le emissioni dei motori diesel”. Secondo Straif, ci potrebbero essere molti casi di cancro ai polmoni legati ai gas di scarico in questione perché sono molte le persone esposte alle emissioni dei motori diesel. Tra i gruppi a rischio, ha spiegato, ci sono sia pedoni, che passeggeri e membri dell’equipaggio di navi, ferrovieri, autisti, meccanici, minatori e operai che lavorano con macchinari pesanti. La nuova classificazione è stata decisa dopo un meeting di un gruppo di esperti convocati dall’Iarc, tenutosi a Lione.