Una magia di Pirlo illude l’Italia, poi soffre e adesso rischia

POZNAN – Comanda il gioco con la Croazia, spreca e si condanna a soffrire su due campi nel turno conclusivo del girone, lunedì: l’autolesionista Italia di Prandelli, inutilmente padrona per gran parte della partita contro la squadra di Bilic, dissipa nel pomeriggio di Poznan una grande occasione di fare il salto decisivo verso i quarti di finale dell’Europeo.
Per gli azzurri finisce ancora una volta 1-1, infatti, e il 4-0 della Spagna sull’Irlanda a Danzica infatti li mette in una situazione sgradevolmente analoga a quella dell’Europeo del 2004. Allora nell’ultima giornata del girone un 2-2 annunciato qualificò Danimarca e Svezia nonostante la vittoria dell’Italia sulla Bulgaria, stavolta lo stesso risultato potrebbe portare avanti iberici e croati, che si affrontano a Danzica, pur in presenza di un successo italiano sui verdi di Trapattoni qui a Poznan. Un ginepraio statistico-psicologico dal quale emergono un paio di certezze: la prima è che potrebbe non bastare anche la probabile vittoria contro l’Eire, la seconda è che la nazionale di Prandelli ieri si è complicata clamorosamente la vita. Eppure l’Europeo giocato finora dagli azzurri non meriterebbe questa suspense: perché alla brillante gara contro la Spagna ha fatto seguito una diligente interpretazione della rognosissima partita contro i croati. Che non sono certo superiori agli azzurri, come indica il ranking Fifa (ottavi loro, 12/mi gli uomini di Prandelli), ma vantano discreta qualità fisica, tecnica e psicologica. E invece l’Italia ha giocato un buon primo tempo, chiuso in vantaggio di misura grazie ad una magia di Pirlo su punizione e ai guizzi di Cassano, politicamente scorretto ma calcisticamente assai evoluto quando sta bene.

Nella ripresa ha gestito a lungo con sicurezza la situazione, riservando ai tracotanti avversari (fischiato ancora una volta l’inno di Mameli, qualche buuh a Balotelli, fumogeni in campo: questo lo ‘score’ dei tifosi, quanto ai giocatori si sono fatti notare soprattutto per i tanti falli) un paio di tiri in porta da lontano. Fino al momento del pasticcio, quasi alla mezz’ora della ripresa: quando, su cross ‘telefonato’ dalla sinistra, Chiellini ha bucato clamorosamente lasciando la palla a Mandzukic, che da due passi ha realizzato il suo terzo gol all’Europeo. Rinvigorendo così le speranze di qualificazione croata e abbassando di botto quelle azzurre. Alla fine della gara mancava infatti poco per riprendersela: e infatti l’esausta Italia dell’ultimo quarto d’ora non c’é riuscita nonostante gli inserimenti tentati dal ct.

La formazione in avvio era risultata la stessa schierata contro la Spagna, nonostante il dubbio-Balotelli enfatizzato alla vigilia da Prandelli. Ma la conferma degli 11 della gara di esordio a Danzica, stanti le buone condizioni fisiche generali, la dava la logica, prima ancora che le scelte del ct.

La netta supremazia numerica del tifo croato non frenava le iniziative azzurre, ispirate soprattutto dalla buona vena di Cassano. Arrivavano così un sinistro di Balotelli, bravo a girarsi e un po’ meno nella mira al 3’, una botta di Marchisio alta di poco all’11’ e un tiro ancora di Super Mario al 16’ con risposta difficoltosa. Ma, visti i rischi, l’enigmatica ed evidentemente votata al contenimento Croazia allora usciva dalla sua metà campo: e per lunghe fasi, grazie ad una notevole fisicità e a una tecnica apprezzabile, creava problemi agli azzurri. Sfiorando anche il gol: come al 21’ (cross dalla sinistra di Strinic con Jelanovic a terra in area dopo contrasto con Chiellini: proteste croate frustrate dall’arbitro di porta) e un minuto dopo (cross dalla destra di Srna, parata in tuffo di Buffon). A riportare in partita gli azzurri ci pensava allora Cassano, che al 29’ e al 32’ con un paio di guizzi creava il panico nella difesa avversaria. E al 34’ su appoggio di Bonucci di destro mandava fuori di poco. Ma il suo capolavoro il barese lo realizzava al 38’ quando con un grande ‘taglio’ serviva in area Marchisio, sul quale compiva un doppio intervento prodigioso Pletikosa. Sembrava il segno di una serata-no, e invece per un fallo su Balotelli andava a calciare una punizione dalla sinistra al limite dell’area Pirlo: esecuzione perfetta e palla in rete vicino al primo palo.

Nella ripresa si faceva finalmente vedere Mobric, quello che secondo il ct Bilic sarebbe meglio di Pirlo, ma il suo tiro da eccellente posizione al 2’ era fiacco.

La gara, causa difficoltà croate a costruire gioco, diventava un lungo, quasi ininterrotto, corpo a corpo. Ne faceva le spese al 15’ Thiago Motta, infortunatosi in un contrasto aereo e sostituito con Montolivo al 18’ dopo che al 16’ finalmente Balotelli aveva caricato il tiro su appoggio di Giaccherini: botta di destro, alta di poco. Il lampo non gli evitava però al 24’ la seconda sostituzione consecutiva con Di Natale, per una staffetta ormai consolidata in questo europeo. Passavano tre minuti e la difesa azzurra confezionava il pasticcio: cross di Strnic dalla sinistra, buco clamoroso di Chiellini con palla che finiva a Mandzukic, bravo a stoppare e a mettere in rete di destro. Ci provava allora Montolivo al 30’, con un tiro respinto. Poi l’arbitro fermava Maggio per un fuorigioco inesistente su tocco profondo di Cassano. Ma Di Natale in spazi ristretti si rivelava un freno invece che un valore aggiunto, i croati crescevano esponenzialmente in una gara ormai tutta nervi e botte e allora Prandelli provava la carta della freschezza di Giovinco al posto di Cassano. E il paradosso era che il realizzatore della gara con la Spagna in fase di recupero toglieva con una giocata da difensore a Pirlo, Giovinco e Marchisio la possibilità di battere a rete su cross interessante di Montolivo. Evidentemente non era proprio la sua serata, e neanche quella dell’Italia di Prandelli.

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