Bersani vuole stupire e Renzi si scalda

ROMA – Dal duello a distanza di ieri – ‘scudati’ da sindaci e governatori – allo scontro mediatico condotto a colpi di stampa e Tv: per Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi si avvicinano le primarie ma la battaglia è gia cominciata ed è, soprattutto da parte dello sfidante, senza esclusione di colpi. Bersani procede per la sua strada con in testa il progetto del nuovo Pd che, come ha spiegato ieri all’Unità, deve ‘’ridurre la faglia tra politica e società civile’’ e avere anche ‘’più coraggio’’ per ‘’mettere in campo forze nuove e credibili’’.

– So di essere considerato da alcuni ‘tradizionale’ – ha detto il leader del Pd – ma nei prossimi mesi se toccherà a me guidare il percorso vi stupirò. Credo molto nelle forze sociali, non solo i movimenti, penso anche agli amministratori. Il ruolo dei partiti è centrale, ma c’è uno spazio enorme per il civismo.

Ovviamente all’orizzonte si stagliano le primarie, uno strumento che non ha superato la fase di rodaggio ma deve essere pronto per le politiche del prossimo anno. Renzi ospite di Lucia Annunziata non ha sciolto la riserva ma ha fatto chiaramente intendere che sarà della partita. E ha fissato dei paletti: le primarie non devono essere ‘finte’ ma ‘vere e trasparenti’. E comunque qualora ne uscisse sconfitto, resterebbe nel Pd.

– Anche se – ha tenuto a puntualizzare Renzi – non sarò mai uno dei leader schiaccia-bottoni nè chiederei un posto a Bersani: resterei a Firenze.

Nel frattempo, il giovane sindaco scalda i muscoli, anche a spese dell’attuale segretario. Il ritratto che Renzi ne ha fatto ieri non è certo lusinghiero: Bersani è un segretario che non sa decidere sulla Rai, che ha idee antiquate sui partiti.
– Un leader deve scegliere, deve assumersi la responsabilità di farlo – ha attaccato a proposito delle nomine Rai -. Non basta chiamare tre associazioni amiche, magari per fare un po’ di ‘captatio benevolentiae’, verso certi mondi
culturalmente affini, limitrofi, e la giornata è risolta. Se sei un politico devi decidere.

Agli antipodi anche sul ruolo dei partiti.

– Per me il partito è mare e non stagno, non fatto da addetti a lavori ma da persone normali: deve essere qualcosa di leggero mentre il gruppo dirigente del Pd ha idea molto ottocentesca del partito – ha detto Renzi rifiutando la contrapposizione tra societa civile e ‘’societa’ incivile’’(leggi ‘partiti’) -. E’ che siamo degli zulu che non hanno il diritto di poter portare tutto il proprio entusiasmo? – si è ribellato il ‘rottamatore’.