Imprese condotte da stranieri: nel Nord Est producono il 6,4% del Pil

PADOVA – Gli stranieri rappresentano una risorsa per il territorio del Nord Est: le quasi 100mila imprese condotte da stranieri producono il 6,4% del Pil del territorio, specie nel settore delle costruzioni dove il peso dell’attività immigrata è del 18,4%. Nel Nord Est si contano complessivamente 581mila occupati (l’11,6% del totale degli occupati) e 70mila disoccupati (il 28,1% del totale dei disoccupati), evidenziando tassi di disoccupazione del 10,7%, più elevati in Friuli V.G. (13,7%) e in Emilia Romagna (11,2%). I dipendenti stranieri hanno una retribuzione mensile inferiore di 255 euro rispetto ai colleghi italiani e oltre il 40% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà.

Questi alcuni dei risultati raccolti nel Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione realizzato dalla Fondazione Leone Moressa e patrocinato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e dal Ministero degli Affari Esteri, che è stato presentato a Padova nel convegno dal titolo ‘Gli stranieri: quale valore economico per la società?’.
Nel Nord Est le quasi 100mila imprese condotte da imprenditori stranieri concorrono alla produzione del 6,4% del Pil complessivo dell’area, per un ammontare di 19 miliardi di euro. In Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto la percentuale si stabilizza, rispettivamente, attorno al 6,7%, 6,6% e 6,4%, mentre per il Trentino Alto Adige la cifra di riduce al 5%. Il maggior contributo alla formazione del valore aggiunto è ascrivibile alle imprese che operano nel comparto delle costruzioni, dove le imprese straniere producono il 18,4% della produzione totale del settore, seguito dal commercio (9,6%), dalla manifattura e dai servizi alle persone (7,4%). L’edilizia rimane il comparto prevalente per tutte le regioni nel Nord Est. Il Nord Est annovera complessivamente 93.402 imprenditori di origine straniera (il 9,6% del totale) e 99.545 imprese per le quali la partecipazione e la proprietà è detenuta in prevalenza da soggetti stranieri (l’8,3% del totale).

Dal 2008 al 2011 si è assistito nel Nord Est ad un aumento del tasso di disoccupazione straniero di 2,5 punti percentuali passando dall’8,5% al 10,7% e raggiungendo 70mila immigrati senza lavoro. Questo significa che nel triennio considerato un nuovo disoccupato su quattro a Nord Est ha origini straniere. In Friuli Venezia Giulia e in Emilia Romagna si osservano tassi di disoccupazione straniera più elevati (rispettivamente 13,7% e 11,2%) rispetto a Veneto e Trentino Alto Adige (rispettivamente 9,9% e 9,3%).

Il 42,2% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà contro il 12,6% delle famiglie italiane. Il reddito percepito permette di risparmiare una cifra molto bassa che supera di poco i 600 euro annui. Le entrate provengono per l’84,3% da lavoro dipendente e di queste oltre un quarto viene destinato al pagamento dell’affitto, dal momento che appena il 13,8% delle famiglie è proprietaria dell’abitazione di residenza.

– Questo rapporto fornisce un contributo importante e ‘’accende i riflettori’’ su quella maggioranza silenziosa di immigrati che contribuisce in modo rilevante al buon funzionamento del paese, della sua economia e dei suoi servizi – ha sottolineato José Angel Oropeza, direttore dell’Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM -. Senza di loro l’intero sistema economico italiano andrebbe incontro a gravi difficoltà: una realtà frequentemente trascurata dai mezzi di informazione, e di conseguenza spesso anche ignorata da parte dell’opinione pubblica.

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