Borghetto: Un antico villaggio di mulini sul Mincio

Ilnome
Borghetto, toponimo di origine longobarda che significa “insediamento fortificato”, è il nome del primo abitato sorto nei pressi del punto di guado del fiume Mincio.
Valeggio significherebbe “luogo pianeggiante”, anche se la tradizione, in modo più suggestivo, riferisce il toponimo a Vale dium, “Valle degli dei”.

La Storia
IX sec. a.C., sepolture dell’età del Ferro rivelano la presenza di un insediamento umano nei pressi di Borghetto.

VIII-IX sec d.C., i Longobardi edificano un primo nucleo abitato sulle rive del fiume, accanto all’antico guado oggi identificabile nei gradoni che scendono a lambire le acque del Mincio; vi aveva sede un Gastald, un ufficiale di dogana che riscuoteva le gabelle per l’attraversamento del fiume.

• 1145, è ricordato per la prima volta in una bolla pontificia il piccolo monastero di S. Maria, edificato sulla riva sinistra con funzioni anche di assistenza ai bisognosi di passaggio. Il monastero diventerà poi un’importante Precettoria dell’ordine dei Templari.

1202, dopo infinite dispute tra Mantova e Verona, Borghetto passa a quest’ultima. Gli Scaligeri, subentrati al Comune, affiancano al guado un primo ponte di legno e costruiscono intorno al piccolo borgo un sistema fortificato, di cui è ancora visibile la torre merlata d’accesso.

1393, Gian Galeazzo Visconti dà inizio ai lavori di costruzione del ponte-diga di Borghetto per costruire una barriera difensiva intorno alle sue nuove conquiste veronesi. Il ponte-diga modifica il corso del Mincio a Borghetto, rendendone impraticabile il guado.

1405, con il passaggio alla Repubblica di Venezia si sviluppa l’attività di macinazione dei cereali, frumento e riso, come dimostrano i mulini ad acqua che ancora si affacciano sul fiume. L’impiego dell’acqua del Mincio per irrigare i campi (nel 1553 viene costruito un canale allo scopo) consente lo sviluppo dell’agricoltura.

1814, il territorio è annesso all’Austria nel Regno Lombardo-Veneto, al quale apparterrà fino al 1866 quando, dopo esser stato teatro delle guerre risorgimentali, entra a far parte del Regno d’Italia. Tra il 1859 e il 1866 Borghetto è divisa in due: di là dal Mincio è Austria, di qua Italia.

Un idillio fluviale intorno a un check-point d’altri tempi
La storia di Borghetto è quella di un punto di passaggio importante e di una zona di confine contesa da opposti eserciti.
Il guado del Mincio era il più comodo e sicuro a sud del lago di Garda, e il fiume una barriera naturale, nei secoli, tra le terre del mantovano e quelle del veronese, in una zona di frontiera presa di mira da signorie ed eserciti che qui avevano i loro appetiti: i Gonzaga, gli Scaligeri, i Visconti, la Serenissima di Venezia, l’Austria, la Francia.
Hanno plasmato questi luoghi anche le battaglie napoleoniche e, soprattutto, quelle risorgimentali: eppure, il verde serpente del Mincio che qui si snoda per le campagne, rivela un’Arcadia insospettabile, suscita rêveries senza fine.
Il Ponte Visconteo, straordinaria diga fortificata, costruita nel 1393 per volere di Gian Galeazzo Visconti, è stato definito un “check-point d’antico regime”. Lungo 650 m. e largo 25, ultimato nel 1395, era raccordato al sovrastante Castello Scaligero da due alte cortine merlate e integrato in un complesso fortificato che si estendeva per circa 16 km.
Il Castello dalla sommità della collina continua a dominare con le sue torri la valle del Mincio.
Della sua parte più antica resta la torre Tonda, singolare costruzione risalente al XII sec., mentre il resto del complesso è databile al XIV sec.
Era dotato tre ponti levatoi di cui solo uno si è conservato. Infine, dentro il borgo, la Chiesa di S. Marco Evangelista è la ricostruzione in stile neoclassico (1759) dell’antica pieve romanica dedicata a Santa Maria (sec. XI), di cui restano due pregevoli affreschi quattrocenteschi.

Il prodotto del borgo
è Borghetto stesso, un unicum urbanistico creato in simbiosi con il fiume Mincio.
La cosa più bella che offre ai visitatori è appunto un paesaggio naturale di grande respiro e suggestione: le acque del fiume indugiano silenziose tra anse e canneti, dove nidificano numerose specie di uccelli, tra cui i cigni, ma si agitano e imbiancano anche in piccole cascate, che fanno da sottofondo alle chiacchiere della gente, raccolte e protette dalle imponenti rocche del Ponte Visconteo.

Il piatto del borgo
Speciali al burro fuso e salvia, ma ottimi anche in brodo, i celebri tortellini di Valeggio spadroneggiano tra i primi (rigorosamente fatti a mano, si possono acquistare in numerosi pastifici di Valeggio e Borghetto).
Qui il tortellino è chiamato “nodo d’amore” perché ricorderebbe il nodo di un fazzoletto di seta intrecciato da due amanti prima di gettarsi nel Mincio.
Il fiume è protagonista nei secondi: luccio in salsa, trota e anguilla, preparati in vari modi, sono da gustare accompagnati dai vini Doc della zona, il Bianco di Custoza e il Bardolino.

Ponte Visconteo
Borghetto di Valeggio sul Mincio

Sul Ponte Visconteo di Borghetto sul Mincio, si ritrovano seduti, lungo due tavolate di circa 600 metri, più di 3000 commensali, provenienti un po’da tutta Italia, oltre a una buona presenza di stranieri, per gustare i famosi “Tortellini di Valeggio”, poeticamente denominati “Nodo d’Amore”.

La Festa prende ufficialmente il via con una sfilata di comparse in costume medievale, a rievocare i protagonisti della leggenda da cui la festa prende il nome.

La prima edizione di questo grande evento risale al 1993 e fu organizzata per celebrare i 600 anni della costruzione del Ponte Visconteo, un’imponente fortificazione voluta da Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, per proteggere i confini orientali dei suoi possedimenti.

L’organizzazione si mobilita già tre giorni prima per il montaggio delle cucine e degli impianti, la distribuzione delle attrezzature, nonché l’allestimento finale della tavolata, nel pomeriggio stesso della festa.

Ideata e gestita dalla Associazione Ristoratori Valeggio, la Festa coinvolge l’Amministrazione Comunale e tutte le Associazioni di categoria e conta sull’entusiasmo di un paese che, vanta oltre 40 ristoranti i quali, tutti insieme, possono accogliere quasi tanti ospiti quanti sono gli abitanti.

I numeri che caratterizzano la festa sono da record: lo sforzo congiunto di tutti i ristoranti associati coinvolge quasi 300 camerieri, un centinaio di cuochi e altrettanti sommelier.

Sono 600.000 i tortellini fatti a mano uno ad uno, per i quali occorrono circa 500 kg di grana padano, 10.000 uova e 8 quintali di farina, 3.750 le bottiglie di vino Bianco di Custoza che accompagnano le pietanze e 850 le bottiglie di spumante per offrire agli ospiti l’aperitivo che dà il via alla serata.

La cena si conclude con un grandioso spettacolo di fuochi artificiali a tempo di musica, dalle torri del Castello Scaligero, e la consegna a tutti gli ospiti di un piatto commemorativo, realizzato dal maestro orafo Alberto Zucchetta.
L’accesso è consentito solo con biglietto, da prenotare e acquistare presso i ristoranti aderenti all’Associazione Ristoratori Valeggio, ideatori ed organizzatori della festa.

SCHEDA DEL BORGO

Provincia di Verona al sud del lago di Garda
Come si raggiunge

In auto:
autostrada A4 Milano-Venezia, uscita Peschiera del Garda (10 Km);
A22 Modena-Brennero: da nord uscita Affi, proseguire per Castelnuovo d/G., da sud uscita Nogarole Rocca, proseguire per Mozzecane-Quaderni.

In treno:
stazioni di Verona Porta Nuova o Peschiera d/G., poi bus. Borghetto si trova a 1 km. da Valeggio.

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