Monti e Rajoy d’accordo sull’anti spread

BRUXELLES – Italia e Spagna hanno puntato i piedi al vertice Ue condizionando il loro sì al pacchetto crescita e alle nuove prospettive finanziarie della Ue ad un meccanismo di solidarietà dei partner in funzione anti-spread, in grado cioé di mettere i Paesi più vulnerabili nelle condizioni di finanziare il proprio debito con rendimenti sostenibili. La svolta è arrivata a sei ore dall’avvio del vertice, più o meno nel momento in cui l’Italia aveva già messo in tasca la vittoria calcistica sulla Germania. Prima gli italiani, poi gli spagnoli hanno annunciato la loro riserva. Non un vero e proprio veto, ma una fortissima condizionalità legata alla convinzione che discutere di crescita e di misure a medio e lungo termine potrebbe essere vano se all’apertura dei mercati di lunedì i paesi più vulnerabili della zona euro non saranno in grado di porre un argine convincente e credibile alla speculazione. Risultato: il presidente del Consiglio Herman van Rompuy è stato costretto a rinviare l’annuncio sull’approvazione del Patto sulla crescita e l’occupazione. “Ci siamo messi d’accordo per migliorare il finanziamento dell’economia con circa 120 miliardi di euro, per misure immediate di crescita”, ha detto van Rompuy. “Non siamo riusciti a concludere perché non abbiano ancora avuto il tempo di affrontare il capitolo del patto che riguarda la stabilità finanziaria”, ha poi spiegato.

Van Rompuy ha minimizzato la posizione italiana e spagnola: “È vero che ci sono due paesi che tengono molto a discutere di misure a medio e lungo termine e anche a breve termine, ma non c’è blocco: la discussione continua”, ha assicurato, con la faccia di chi gli è stata rovinata la festa. Per ora, i risultati del vertice Ue definito “cruciale” per i destini dell’euro, stanno deludendo le aspettative. Le possibilità di un nuovo summit a luglio aumentano sempre di più: nei corridoi del Justus Lipsius si parla di metà luglio. L’urgenza della crisi ha scompaginato l’agenda dei 27. E la necessità di prendere misure immediate anti-spread (“entro lunedì mattina”, è stato il monito del premier Mario Monti) è prevalsa sulla riflessione a medio e lungo termine per dare stabilità alla moneta unica e adeguare il progetto dell’Unione europea alle nuove sfide. A movimentare l’avvio del vertice, un ‘giallo’ sull’interpretazione di un’intervista del ministro tedesco delle Finanze Schaeuble, letta come un’apertura sulla condivisione del debito, poi corretta da Berlino. “E’ la nostra posizione di sempre”, ha poi dichiarato il ministro. “Solo alla fine di un processo verso una vera e stabile unione fiscale si potrà parlare anche di una gestione comune del debito. Ma solo a quel punto”, ha messo in chiaro Schaeuble.
“Sono qui per ottenere una soluzione rapida a sostegno dei Paesi che sono in fortissima difficoltà sui mercati, nonostante abbiano fatto sforzi considerevoli”, ha detto il presidente francese Francois Hollande, al suo arrivo (in treno) a Bruxelles, confermando così il “sostegno politico” promesso a Monti. “Per uscire dalla crisi abbiamo bisogno di misure sia a breve che a lungo termine”, gli ha fatto eco il commissario Ue agli affari economici Olli Rehn che, dopo le frenate dei giorni scorsi, ieri ha aperto a meccanismi che “calmino le turbolenze dei mercati” e aiutino l’Italia e la Spagna a “contrastare i forti tassi d’interesse”. Rehn ha parlato di “messa in comune del rischio”. La Finlandia – solitamente sulla linea rigorista della Germania – ha fatto un passo in avanti, ipotizzando l’emissione di titoli di Stato garantiti dai fondi di salvataggio europei Efsf ed Esm. “Gli Stati vulnerabili – ha detto il premier Kyrkki Katainen – potrebbero emettere covered bond, garantiti da asset pubblici o entrate” con i due fondi “pronti a intervenire per facilitare le emissioni”. Una proposta che, secondo l’Italia, non risponde però al problema fondamentale posto sullo spread. Su questo nodo la trattativa è proseguita ad oltranza nell’euro working group (il gruppo di lavoro che prepara i lavori dell’Eurogruppo). Per l’Italia, ha negoziato il vice ministro dell’Economia Grilli. Secondo indiscrezioni, il gruppo avrebbe concordato di proporre al summit dell’Eurogruppo che si riunirà oggi di valutare che i fondi di salvataggio Esm-Efsf acquistino titoli di Stato e che l’Esm sia dotato di licenza bancaria. Nell’agenda dei leader vi sarebbe anche l’aiuto diretto dei fondi alle banche.