Elezioni in Libia, gli ex Cnt in testa ad ovest

TRIPOLI – Mancano ancora i risultati definitivi che arriveranno probabilmente prima dell’inizio del Ramadan (previsto in Libia tra il 19 o 20 luglio) ma intanto la coalizione di Mahmud Jibril incassa una schiacciante vittoria in due circoscrizioni dell’ovest. In base ai risultati parziali forniti dall’Alta Commissione elettorale libica, l’Alleanza delle forze nazionali dell’ex premier del Cnt ha ottenuto a Janzour, nella periferia di Tripoli, 26.798 voti contro i 2.423 del Partito Giustizia e Costruzione (Pgc), braccio politico dei Fratelli Musulmani, giunto secondo.

Risultati senza appello anche a Zlitan, vicino a Misurata, con 19.273 preferenze per l’Alleanza contro le 5.626 per i Fratelli musulmani, dopo lo scrutinio del 74% dei voti. Le prime indicazioni, dunque, sembrano confermare, almeno nelle prime circoscrizioni dell’ovest, la vittoria dei moderati sugli islamici mentre il Paese ha incassato ieri anche l’approvazione della comunità internazionale, dopo quella americana arrivata il giorno prima. Gli osservatori hanno, infatti, definito le recenti elezioni un successo, sostenendo che gli incidenti e le proteste di coloro che gridavano al boicottaggio nella Cirenaica non hanno fermato i milioni di libici che sabato sono andati alle urne per eleggere l’Assemblea Costituente.

“Le elezioni in Libia sono state pluraliste, gestite in maniera efficiente e nel complesso pacifiche”, è il giudizio che emerge del team di valutazione Ue sul primo voto dopo-Gheddafi, che “getta le fondamenta per lo sviluppo democratico futuro”, ha detto l’eurodeputato Alexander Lambsdorff, a capo della squadra di esperti Ue, in una conferenza stampa a Tripoli. Secondo Lambsdorff “l’alta Commissione nazionale per le elezioni ha gestito il voto in una maniera risoluta e professionale, dimostrando elevati livelli di fiducia e di apertura”. Nonostante alcuni incidenti alla vigilia della giornata elettorale (che hanno registrato anche due morti), l’alta Commissione elettorale libica “ha mostrato competenza e determinazione nel rispondere rapidamente alle sfide della sicurezza ed è stata in grado di garantire il voto nelle aree colpite”.

La tornata elettorale si è potuta quindi svolgere “in un’atmosfera di festa”. Il team Ue ha osservato le urne nei seggi di Tripoli e Bengasi, ma non più a sud, “per motivi di sicurezza”, dicono gli osservatori. Anche il segretario dell’Onu, Ban Ki-moon, ha accolto con soddisfazione le prime elezioni libere nel Paese e ha lanciato un appello ai nuovi dirigenti a governare con spirito di “giustizia e riconciliazione”. Secondo Ban, le elezioni di sabato scorso sono state “ben organizzate e trasparenti”. Al di là dei commenti positivi degli osservatori, c’è chi però critica in parte il lavoro dell’Alta commissione elettorale libica in quanto “non avrebbe dato l’opportunità a tutti di votare”. “Il governo ha proclamato due giorni di festa in occasione delle elezioni e così tutti hanno capito che si sarebbe potuto votare anche la domenica”, dice Amir Elseed, uno degli osservatori di una Ong libica, che ha “monitorato” le elezioni.

“Ha votato il 66% degli elettori, l’1,7 milioni sui 2,8 milioni di aventi diritto. A noi risulta che sarebbero stati molti di più se solamente ci fosse stata una maggiore campagna di informazione, Molta gente a Tripoli è arrabbiata perché non è riuscita a votare”, aggiunge. Tant’è. La Libia del domani è già nata e, in attesa dei risultati definitivi, sarebbero anche in corsi colloqui “intensi” fra Jibril e gli islamici per un governo di coalizione. Lo stesso ex ministro ha invitato “tutti i partiti a un dialogo nazionale. Quello che conta adesso è una Libia unita. Tutti i partiti devono sedersi ad un tavolo e lavorare insieme”. Un primo passo per gettare le basi di uno Stato democratico.

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