Il “Giorno del Papa” nella Nunziatura Apostolica: un vivo messaggio d’unione e fratellanza

CARACAS – La Nunziatura Apostolica ha sempre accolto tutti. Ha sempre e, da sempre, ascoltato tutti, con serietà, con attenzione. Il Nunzio Apostolico, oltre a rappresentare lo Stato Vaticano, porta con sé un profondo messaggio cristiano, di fraternità, di rispetto verso ogni essere umano. Chi crede nel valore dell’armonia dei popoli e del cuore di ciascuno, oggi non concepisce piú l’Opera della Chiesa come la si intendeva tantissimi anni fa. Oggi, un governo non può prescindere dalle realtà sociali di milioni di persone che vivono la fame, le ingiustizie, le guerre, l’abbandono, mentre il nostro Pianeta sembra farsi sempre più piccolo e indifeso.

S. Santità il Papa Ratzinger chiede con tutta la propia saggezza di non chiudere gli occhi davanti alla realtà. Per questo, in momenti come quello che viviamo, in cui il nostro mondo sembra fratturarsi dimenticando la verità, la pietà, l’amore, la solidarietà, questo Papa così profondamente umano si è mosso per migliaia di chilometri ed è andato all’abbraccio di tutti, come faceva Gesú. Seguendone l’esempio, ha chiesto di adoperarci, con comprensione e solidarietà verso i nostri simili, verso la Madre terra, cuore delle nostre vite, e anche attraverso i suoi sacerdoti, di “comprendere”.

La Nunziatura Apostolica è una “casa grande” pronta ad accoglierci nella pace in una città che pian piano ha dimenticato la “vera pace”.

E l’abbiamo sentita, profonda più che mai, questa sensazione, di scorso 10 luglio “Giorno del Papa”, quando S.E. il Nunzio Apostolico Mons. Pietro Parolin ha diretto agli ospiti presenti un significativo discorso iniziato con la frase: “Benvenuti alla casa del Papa in Venezuela”.

Presenti personalità del Governo venezuelano, Ambasciatori e rappresentanti della diplomazia internazionale accreditata in Venezuela, il Nunzio Apostolico ha indirizzato un particolare saluto ai Membri della Conferenza Episcopale Venezuelana: il Card. Jorge Urosa, Arcivescovo di Caracas , il Presidente Mons. Diego Padròn, Arcivescovo di Cumanà, i Vescovi, le personalità eclesiastiche, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, i membri di gruppi, associazioni e movimenti dell’Apostolato laico ed i presenti tutti.

– Spero possiate trascorrere durante questa serata – ha detto S.E. – un momento di serenità e fratellanza: quella fratellanza che incontra nel Vangelo di Gesù una origine profonda e veritiera delle parole “libertà, uguaglianza e fratellanza”, così come lo ha ricordato Papa Benedetto XVI lo scorso 29 giugno, quando disse che la comunità cristiana di Roma aveva sempre considerato gli Apostoli Pietro e Paolo quali particolari “controfigure” dei mitici Romolo e Remo, in “una ‘fraternità tragica’ come quella di Caino e Abele”.

Pietro e Paolo – ha voluto sottolineare il Papa – hanno saputo costituire un “nuovo modo d’essere fratelli, anche con idee differenti”. E quindi, Mons. Parolin ha chiarito come si può essere fratelli anche pensando in maniera differente. Superando conflitti sociali, politici, religiosi. Abbracciando “una maniera nuova d’essere fratelli”.

Delle attività di Papa Benedetto XVI ha voluto ricordare il viaggio fatto da S. Santità in Messico e Cuba a fine marzo, “un viaggio che è stato molto importante per tutto il Continente latinoamericano e che ha voluto essere un grande omaggio ai Paesi di lingua spagnola, dopo la visita in Brasile nel 2007”.

Già il 12 di dicembre S. Santità aveva presieduto una messa solenne in San Pietro per rendere onore alla commemorazione del Bicentenario delle Indipendenze Latinoamericane. Il Papa ha un grande affetto per l’America latina: terra che ha sofferto e soffre ancora le piaghe della violenza, del narcotraffico, dell’ingiustizia, della disuguaglianza. Una terra che allo stesso tempo vive un momento di crescita economica, di rinnovato protagonismo nello scenario internazionale. Il Papa ha voluto affermare con la sua attenzione alle nazioni latinoamericane una nuova vitalità nel cattolicesimo, un rinnovato sforzo d’evangelizzazione per aiutare le genti nel rispetto della vita, la libertà, la giustizia.

“Perchè il Papa viaggia per il Messico e per Cuba? qualcuno si è chiesto. Eppure, la presenza del Papa è sempre un dono di Dio. Rappresenta un messaggio d’amore, di speranza per ogni Nazione che ha visitato. Auguriamoci che avvenga anche in Venezuela una sua prossima visita”. Con questo auspicio, Mons. Parolin ha elevato assieme ai presenti la coppa in onore del Santo Padre, nella viva sincera speranza di consolidare le relazioni e il dialogo tra il Venezuela e la Santa Sede.