Nuova fi scalda gli animi, ex an sul piede guerra

ROMA – Il Pdl dev’essere unito perché nel partito non ci sono né regnanti né sudditi. Ci prova Angelino Alfano, ospite di una manifestazione promossa da Giorgia Meloni e Fabio Rampelli e davanti a tutti gli ex An al gran completo (assente solo Matteoli) a calmare gli animi dopo l’ennesima giornata di grande tensione tra le diverse anime del Popolo della libertà. Allo stato maggiore dell’ex Alleanza Nazionale, nonostante la smentita di Silvio Berlusconi sul possibile ritorno a Forza Italia, l’idea che il Cavaliere lavori ad un nuovo partito dai connotati simili a Fi continua a destare rabbia e preoccupazione.

Si affilano le armi. La ‘goccia’ che fa fatto traboccare il vaso è stato l’annuncio, nel corso della riunione dei cosiddetti sherpa per la modifica della legge elettorale, che la proposta targata Pdl sia il modello spagnolo. Una idea che non piace agli Ex An perché non prevede assolutamente la reintroduzione delle preferenze. ‘’A questo punto è chiaro che stanno creando le condizioni per far sì che alla fine decidiamo di andare via’’, è il ragionamento di un ex aennino della prima ora. Ecco perché per tutta risposta un nutrito gruppo di parlamentari provenienti dalla file di Alleanza Nazionale si è riunito nel pomeriggio alla Camera per lanciare una ‘controproposta’: raccogliere le firme l’ultimo week end di luglio per una legge elettorale che consenta il ripristino delle preferenze.

La tensione è ai massimi livelli e, come sempre accade, toccherà a Silvio Berlusconi tentare di riallacciare i fili del dialogo prima di eventuali strappi. Il Cavaliere, che oggi farà rientro nella Capitale, ha in programma un faccia a faccia con il sindaco di Roma Gianni Alemanno nel pomeriggio ma non è escluso che nel corso della giornata a varcare il portone di palazzo Grazioli siano altri dirigenti e colonnelli dell’ex An.

Di carne al fuoco ce n’è parecchia perché se è vero che sulla ricandidatura del Cavaliere nessuno, a parte Gianni Alemanno, ha espresso delle perplessità, l’idea di tornate ad un partito simile a Forza Italia provocherebbe inevitabilmente delle conseguenze: ‘’Per noi sarebbe inacettabile’’ mette in chiaro il coordinatore pidiellino Ignazio La Russa.

Tra i boatos che circolano in Transatlantico c’e’ infatti chi addirittura ipotizza, nel caso Berlusconi dovesse far intendere di voler lavorare ad partito simile a quello che lo accompagnò nella discesa in campo del ‘94, che gli ex An sarebbero pronti a fare dei proprio gruppi in Parlamento.

A dividere le due anime pidielline è anche la questione delle primarie. Se Angelino Alfano ribadisce che nel caso in cui Berlusconi si dovesse candidare ‘’la consultazione popolare si potrebbe evitare’’, il sindaco della Capitale e Giorgia Meloni la pensano in maniera totalmente diversa: ‘’Se fossi Berlusconi le pretenderei’’ dice l’ex ministro della Gioventù che ricorda come l’ultimo ufficio di presidenza del partito abbia sottoscritto un documento, votato all’unanimità, per organizzare in autunno la consultazione popolare.