FIAT: La ‘crisi-auto’ si abbatte su Pomigliano

TORINO – La crisi dell’auto si abbatte su Pomigliano. Dopo la pausa estiva lo stabilimento campano della Fiat, dove nascono le nuove Panda, si fermerà dal 20 al 31 agosto e 2.146 lavoratori verranno messi in cassa integrazione. Per i mesi successivi non si escludono misure analoghe, visto che la casa madre torinese, in un comunicato, annuncia che ‘’la situazione sarà oggetto di continuo monitoraggio’’.

La Fiat, alle prese come gli altri produttori con un calo delle vendite che, sottolinea il Lingotto, ‘’non accenna a fermarsi’’, sta cercando di far quadrare i conti fra la domanda e la quantità di veicoli sfornati dai vari stabilimenti. Da qui – spiega l’azienda – la necessità di procedere a periodici stop. Per Pomigliano, indicata come ‘’in salita produttiva’’ dall’inizio dell’anno, l’intervento finora non si era reso necessario, ma adesso bisogna ‘’evitare inutili e costosi accumuli di vetture’’.

In Europa il mercato ha un andamento negativo da trenta mesi (nella prima metà del 2012 ha segnato -6,30%) e in Italia, dove il calo è stato del 24,4% a giugno e del 19,7% dal primo gennaio, si è posizionato sui livelli del 1979. Fiat si trova penalizzata soprattutto nel segmento delle city car, dove con Panda e 500 detiene il 60% di quota.

In questo scenario Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom, ritiene che Sergio Marchionne abbia ‘’sbagliato previsioni su prodotti, investimenti e durata della crisi’’, e Paolo Ferrero, leader di Rifondazione Comunista, parla di ‘’gestione fallimentare’’ da parte dell’amministratore delegato.

– Il motivo per cui Fiat va male – afferma Oliviero Diliberto, del Pdci – è la mancanza di un progetto e di una politica industriale decente. L’unica cosa che Marchionne continua imperterrito a proporre e praticare è la riduzione dei diritti e dei salari.

Maurizio Landini, segretario generale Fiom, invoca ‘’un nuovo piano industriale’’, visto che ‘’il piano ‘Fabbrica Italia’ non c’è’’, e chiede al Governo di convocare subito azienda e parti sociali. Landini parla a Piedimonte San Germano, dove ha preso parte alla manifestazione di protesta contro l’ipotesi di chiusura del vicino stabilimento di Cassino (uno sciopero proclamato dalla Fiom che ha raccolto, secondo l’azienda, il 4% di adesioni e solo tra gli operai).

La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, assicura ai lavoratori ‘’solidarieta’’ e ‘’sostegno a un sito produttivo strategico non solo per la provincia di Frosinone, ma per tutto il Lazio’’. E Cesare Damiano, capogruppo del Pd in commissione lavoro a Montecitorio, chiede al ministro Passera di convocare Marchionne per fare il punto della situazione.

– Cosa è rimasto del piano ‘Fabbrica Italia’ e dei venti miliardi di investimenti?.

Nel frattempo Roberto Di Maulo, leader della Fismic, lancia la sua ricetta: la campagna ‘’Siamo italiani e compriamo italiano’’, che partirà a settembre, perchè ‘’i lavoratori italiani meritano ancora una chance’’.

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