Intercettazioni: Colle nel mirino Pdl: “Se non ora, quando?”

ROMA – Colle sotto ‘ascolto’ a Palermo e l’agenda della politica vede il ritorno, l’ennesimo, del tema della riforma delle intercettazioni. Un nodo essenziale anche per il Colle.

– Quella delle intercettazioni è una questione che già da tempo doveva essere affrontata e risolta sulla base di una intesa la più larga possibile – aveva detto Giorgio Napolitano solo pochi giorni fa confermando il proprio personale favore ad una revisione parlamentare sulla base di un’intesa. Parole tra l’altro pronunciate dal presidente ben prima della decisione di sollevare il conflitto di attribuzione contro la procura di Palermo.

Ora che anche il Quirinale è finito, sia pur incidentalmente, nel mirino dell’orecchio elettronico il tema di una nuova regolamentazione è tornato improvvisamente caldo anche se le posizioni dei partiti restano distanti.

‘’Se non ora quando?’’, dice in sostanza il Pdl mettendo nel calderone dei diversi tavoli di questa stagione pre-ferie due temi sensibili come quello delle intercettazioni e della responsabilità civile delle toghe.

Il Pdl, sfruttando l’onda lunga dell’irritazione del Colle, continua a chiedere a gran voce perchè sia stato possibile intercettare e soprattutto far finire sui giornali trascrizioni di ogni tipo ed ogni tenore del premier Silvio Berlusconi.

– Il Pdl non strumentalizzi le mosse del presidente Giorgio Napolitano – replica però il Pd che sembra fermo sulle proprie posizioni nonostante la piena solidarietà al Quirinale. Quel che è certo è che nell’affollata scena parlamentare estiva si è riaffacciato un tema che sembrava politicamente congelato.

Sarà per questo che per tutta la giornata a Montecitorio si sono susseguiti ‘rumors’ sulla possibilità che nell’incontro tra Monti e Napolitano al Quirinale si sia studiato come inserire in tempi rapidi una nuova regolamentazione delle intercettazioni. Voci seccamente smentite dalla presidenza della Repubblica interpellata in proposito.

Senza sfumature il ‘no’ delle toghe.

‘’L’esigenza, pur condivisibile, che riguarda la tutela della riservatezza dei soggetti estranei all’inchiesta e delle conversazioni che non hanno rilevanza, va tenuta distinta dalla disciplina processuale delle intercettazioni, come strumento investigativo irrinunciabile’’, scandisce il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli.

Idv-Napolitano è alta tensione
ROMA – Alla vigilia dell’anniversario della morte di Paolo Borsellino, resta alta la tensione sul fronte della trattativa Stato-Mafia. Il leader Idv Antonio Di Pietro torna all’attacco del Quirinale: la decisione di sollevare conflitto di attribuzione contro la Procura di Palermo per via delle intercettazioni che riguardano il Colle dimostra come Napolitano sia ‘’in evidente conflitto di interessi’’ e ‘’impedisca l’accertamento della verità’’.

E Napolitano, che ‘’purtroppo non può rispondere’’ in maniera esplicita, come evidenzia in un twitter il suo portavoce Pasquale Cascella, una dichiarazione però la fa. E ha tutto il sapore di una risposta all’Idv. L’occasione la offre un convegno di costituzionalisti.
– Il campo di ricerca in cui operate – dice il Capo dello Stato rivolgendosi ai docenti – dovrebbe rappresentare il terreno di formazione della classe dirigente se non si vuole che la politica scada a esercizio dilettantesco che pretende di trarre la sua validità dal consenso elettorale ottenuto e, in sostanza, è funzionale alla conquista ulteriore di consenso.

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