Monti rassicura “Abc”. Maggioranza in fibrillazione

ROMA  – Mario Monti, alle prese con il rischio di un’estate calda sul fronte dei mercati, cerca di spegnere sul nascere eventuali scintille in una maggioranza tornata pericolosamente in fibrillazione. Il presidente del Consiglio ha visto, e rassicurato, Pier Ferdinando Casini, ribadendo che non ha in serbo ‘sorprese’ estive. E lo stesso intende fare con Angelino Alfano e Pier Luigi Bersani, anche se non è detto che riesca a farlo di persona. Si è cercato di fissare un incontro con il segretario del Pdl, ma per ragioni di agenda non si è riusciti. E anche con il segretario del Pd sono attesi contatti, ma al momento non è previsto un incontro.

Ad ogni modo, il messaggio che Monti – quando li vedrà o sentirà – intende recapitare ai segretari di Pdl e Pd sarà molto simile a quello consegnato al leader centrista: l’ipotesi di tempeste sui mercati è possibile, ma non probabile e comunque l’Italia ha la capacità di reggere anche perchè in agosto non sono previste aste rilevanti. Dunque, nessuna manovra in vista. Detto ciò, il Paese deve proseguire sulla strada intrapresa, andando avanti con le riforme in programma, a cominciare dalla revisione della spesa tesa ad eliminare sprechi e ridurre i costi della macchina statale. Ivi inclusi quelli per i partiti.

Un tema delicatissimo, ma su cui Monti non sembra intenzionato a retrocedere. Anzi: secondo fonti qualificate, lo studio preparato da Giuliano Amato sarebbe già stato recapitato (da alcune settimane) a palazzo Chigi. Anche se il capo del governo, almeno stando alle stesse fonti, non lo avrebbe ancora esaminato. Ma non è detto che il lavoro dell’ex premier non si trasformi in un provvedimento già entro l’estate.

A palazzo Chigi su questo tengono le bocche cucite, negando legami fra questo dossier e possibili tempeste sui mercati. Eppure una nuova normativa in materia di rimborsi ai partiti potrebbe arrivare proprio in agosto.

– Non si può escludere nulla – spiega una fonte di governo. Quanto al fronte comunitario, il premier dovrà raffreddare gli entusiasmi di quanti (Bersani e Alfano) gli chiedono a gran voce di tornare a battere i pugni in Europa.

– Di scudo non ne riparleremo fino a quando la Corte tedesca non si sarà pronunciata – assicura un ministro bene informato in merito, secondo il quale l’argomento non sarà sollevato da Grilli durante l’Eurogruppo odierno. Ciò vuol dire che l’Italia affronterà l’estate senza scudo anti-spread, visto che l’attuale fondo (l’Efsf) è troppo piccolo e inadatto a proteggere il Paese dalla speculazione. Una doccia gelata per i partiti che – soprattutto dopo la ratifica del Fiscal Compact e dell’Esm, indispensabile a Monti per dimostrare all’Europa che l’Italia, ancora una volta, rispetta gli impegni – si aspettano che il governo chieda in cambio qualcosa dall’Europa. Anche perche’ le notizie che arrivano dalla Spagna non sono molto rassicuranti.

Ma il governo, per bocca di Vittorio Grilli, rassicura:

– La situazione non è cambiata e l’Italia ha tutte le carte in regola per superare la sfida.

Parole che convincono fino a un certo punto i partiti che temono l’arrivo di nuovi duri tagli, magari camuffati sotto altri nomi. A cominciare dalla spending review. I 1800 emendamenti presentati in gran parte da Pd e Pdl dimostrano chiaramente lo scontento del Parlamento. Tanto che ormai si dà per scontato l’uso dello strumento di fiducia. Ma Monti deve fronteggiare anche qualche bega interna. La razionalizzazione degli incentivi alle imprese contenuta nella bozza di decreto messa a punto dal ‘super consulente’ Francesco Giavazzi, riferiscono fonti parlamentari, non convincerebbe infatti Corrado Passera. E per questo, almeno per ora, Monti terrebbe il progetto fermo nel cassetto.