L’allarme delle Province: con i tagli a rischio l’apertura delle scuole

ROMA – La spending review rischia di portare al dissesto finanziario la gran parte dei Comuni, metterà a rischio la riapertura delle scuole (l’edilizia scolastica è gestita dalle Province) e “taglia” anche il diritto alla salute, dal momento che sottrae quasi 13 miliardi alle Regioni che si occupano, tra l’altro, anche della sanità. Comuni e Province, e il leader della Cgil Susanna Camusso – per quanto riguarda i tagli che colpiscono la sanità – sono tornati a ripetere, in toni più che mai preoccupati, il loro dissenso di fronte ai tagli che il governo, con il varo definitivo, nei prossimi giorni, del decreto sulla spending review, si appresta a varare.

I sindaci oggi alle 11 scenderanno in piazza a Roma, davanti a Palazzo Madama, per manifestare le proprie ragioni.
– La sofferenza dei primi cittadini è forte, ed alta è l’aspettativa per l’appuntamento. Tutti comprendono la delicatezza e l’ importanza del passaggio: la spending review, se approvata così come è, rischia di essere letale per molti comuni – spiega il presidente dell’Anci, Graziano Delrio.

– La manifestazione rappresenta una forma di ‘resistenza democratica’ da parte dei comuni d’Italia, fortemente preoccupati per le politiche decise dal governo, che rischiano di compromettere i diritti dei cittadini poiché costringono gli enti locali all’impossibilità di garantire l’erogazione dei servizi essenziali. Tradotto in parole semplici quanto drammatiche: la sospensione della Costituzione e della piena democrazia – sottolinea Luigi De Magistris, sindaco di Napoli.

I sindaci, che saranno migliaia, incontreranno il presidente del Senato e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda. Quest’ultimo, rispondendo al presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta, che lamentava, in una lettera (resa nota dallo stesso Saitta), i tagli ai consumi intermedi delle Province, ha risposto senza mezzi termini:
– Ho cercato invano di far cambiare quella norma. E’ contraria a tutto quello che ho sempre pensato in materia di finanza locale. Speriamo che il Senato sia più saggio del Governo.

Proprio dalle Province, che ieri hanno incontrato i giornalisti in una conferenza stampa, è arrivato l’allarme più grave:
– Con questi tagli non siamo in grado di affrontare le spese per far partire l’anno scolastico nei 5000 edifici in cui facciamo manutenzione – dice il presidente dell’Upi, l’Unione delle Province Italiane, Giuseppe Castiglione -. La metà delle Province andrà in dissesto, anzi, tecnicamente, lo siamo già.

L’Agesc (Associazione Genitori Scuole Cattoliche) si associa all’allarme lanciato dall’Upi:
– E’ a rischio – dice Roberto Gontero, presidente dell’associazione – la riapertura delle scuole paritarie.

Le Province subiranno, a causa della spending review, un taglio di 500 milioni di euro per il 2012 e di 1 miliardo di euro per il 2013 perché il Governo considera come consumi intermedi un totale di 3,7 miliardi di euro. In realtà questa cifra include voci di bilancio delle Province che non sono consumi intermedi aggredibili, bensì servizi, dicono, in sintesi, Castiglione, Saitta e il presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza. I consumi intermedi sono stati ottenuti dal Governo prendendo la spesa corrente e sottraendovi le spese per il personale, quelle per gli interessi e per le funzioni obbligatorie ma il totale effettivo dell’ammontare dei consumi intermedi, escluse le spese per i servizi ai cittadini, è pari, per l’Upi, a 1,3 miliardi.

– Parametrando 1,3 miliardi ai 500 milioni previsti dalla spending, il taglio reale che dovrebbe spettare alle Province – ragiona Castiglione – è pari a 176 milioni di euro per il 2012 invece dei 500 milioni previsti e 352 milioni di euro per il 2013 invece del miliardo previsto. Dunque il governo ha fatto male i conti.

Inoltre ci sonoi “3 miliardi di mutui accesi presso la Cassa depositi e prestiti per manutenzioni delle strade e delle scuole. Sono capitoli impegnati che non possono essere improvvisamente tagliati”, aggiunge Lacorazza.

Camusso: compromesso
il diritto alla salute
ROMA – I tagli lineari per la sanità previsti dal decreto spending review compromettono il diritto alla salute. Lo sostiene il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nella giornata di mobilitazione nazionale “Basta tagli alla salute”, proclamata dalla Cgil.

– Anche nella sanità – secondo Camusso – ci troviamo di fronte a tagli lineari che compromettono il diritto dei cittadini alla tutela della salute e a alle cure, mettendo in crisi i bilanci delle regioni ‘più virtuose’ e il risanamento di quelle impegnate nei piani di rientro. Quella di oggi – sottolinea – è una prima reazione ai tagli inferti alla sanità pubblica con il decreto sulla spending review che, invece di colpire gli sprechi e di riorganizzare i servizi, riduce il finanziamento necessario ai livelli essenziali di assistenza. Agli 8 miliardi di tagli decisi dal precedente governo se ne aggiungono infatti quasi altri 5. Il governo – afferma Camusso – deve cambiare strada, per fare in modo che il nostro Servizio sanitario nazionale, pubblico e universale, possa continuare a garantire prestazioni appropriate e di qualità.

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