OSWALDO PAYÀ. Casini: “Tolto di mezzo testimone scomodo per il regime”

ROMA – Muro contro muro tra le autorità e la dissidenza sulla morte, in un incidente stradale, di Oswaldo Payà. Per il governo di Raul Castro quello del noto oppositore è solo un altro nome da aggiungere alla lunga lista delle vittime della strada nell’isola. I familiari di Payà accusano invece L’Avana e ritengono che l’incidente sia stato intenzionale. Payà, un ingegnere di 60 anni, era uno dei più noti esponenti della dissidenza e leader del Movimiento cristiano liberacion (Mcl). Ha perso la vita a Bayamo, circa 900 chilometri dall’Avana, nell’incidente nel quale è morto anche un altro attivista dell’Mcl, Harold Cepera, mentre a bordo dell’auto c’erano anche due stranieri simpatizzanti di Payà, rimasti leggermente feriti. Le autorità non hanno dubbi su come siano andate le cose.

“Due persone sono morte in un grave incidente d’auto nella provincia Granma”, è il titolo della notizia riportata stamane dal sito ufficiale Cubadebate, ricordando che l’uomo alla guida dell’auto “ha perso il controllo e la vettura si è quindi schiantata contro un albero”. Cubadebate precisa inoltre che “le indagini sono in corso” sulla dinamica dell’incidente. Puntano in una direzione opposta le dichiarazioni fatte sia da una parte consistente della dissidenza sia dai familiari di Payà.

Già domenica, quando la notizia è iniziata a rimbalzare suI social network , la nota blogger anti-Castro Yoani Sanchez aveva riferito che un camion aveva urtato la vettura di Payà e dei suoi amici. E’ quanto afferma anche la figlia del leader dissidente Rosa Maria, secondo la quale il camion avrebbe tamponato la vettura per farla uscire dalla carreggiata. Per il fratello di Payà, Carlos, Oswaldo veniva regolarmente minacciato e giorni fa all’Avana la sua macchina si era ribaltata dopo lo scontro un’altra vettura. In quell’occasione il dissidente era uscito illeso.

Ma secondo alcuni testimoni, tra cui una donna che abita nell’area dell’incidente, a Bayamo “c’era una forte pioggia. La strada – ha detto all’Ansa – ha dei tratti molto pericolosi”. A voler vederci chiaro è ora anche il ministero degli esteri spagnolo, il quale ha chiesto all’Avana “tutte le informazioni disponibili”. I due stranieri a bordo dell’auto erano infatti lo spagnolo Angel Carromero e lo svedese Jens Aron Modig, entrambi politici cattolici vicini a Payà. Carromero è tra l’altro dirigente di un movimento giovanile del Partido Popular, la formazione del premier Mariano Rajoy.

Secondo alcune fonti dell’Avana, alla guida della vettura c’era proprio lui. La morte del leader dissidente cattolico continua d’altra parte a essere al centro di centinaia di messaggi twitter, testi scritti soprattutto da alcune delle ‘capitali’ estere dell’anti-castrismo, per esempio Madrid o Miami. In Italia, l’aula della Camera ha ricordato con un minuto di silenzio e con un applauso Payà, mentre in una nota il presidente dell’Internazionale Democristiana, Pier Ferdinando Casini, ha chiesto “immediata chiarezza sulle modalità di questo strano incidente che ha tolto di mezzo un testimone scomodo per il regime”. Per la Casa Bianca, Payà è stato “un campione dei diritti civili e umani a Cuba”.

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