Spread: Spagna e Francia: “Agire ora”

BRUXELLES – E’ sempre più forte l’asse franco-spagnolo (e italiano) per un’attuazione ‘’rapida’’ delle decisioni del vertice Ue di fine giugno, mentre aumentano le preoccupazioni per i rischi di un crac della Spagna e diventa sempre più incerta la prospettiva della permanenza della Grecia nell’euro. Unica nota positiva in un’altra giornata di altalena sui mercati, la cauta apertura giunta da un esponente Bce sulla concessione di una licenza bancaria al fondo salva-Stati permanente Esm che – dotandolo di un accesso illimitato alla liquidità – ne moltiplicherebbe la potenza di fuoco, scoraggiando così la speculazione.
L’Esm, la cui entrata in vigore è appesa ad una sentenza della Corte costituzionale tedesca attesa per metà settembre, ha al momento una disponibilità limitata a 500 miliardi di euro. Alla Bce si guarda con sempre maggior senso di urgenza per fermare la febbre degli spread e dei rendimenti sui titoli di Stato, che anche ieri hanno fotografato un euro a due velocità. Da una parte, i Paesi nordici della tripla A, appena scalfiti dall’outlook negativo decretato da Moody’s per Germania, Olanda e Lussemburgo, che continuano a finanziare il proprio debito a costo quasi zero. Dall’altra, i Paesi del sud: Spagna e Italia, che stanno combattendo contro spread insostenibili. E la Grecia, che sta lottando per restare nel club della moneta unica: a settembre arriverà il responso della troika Ue-Bce-Fmi, mentre oggi è atteso ad Atene il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso, la sua prima visita dal 2009.
Dopo la tappa di a Berlino, il ministro spagnolo delle Finanze Luis de Guindos ha incontrato ieri a Parigi il collega Pierre Moscovici, da cui ha ricevuto un forte appoggio.
“Il livello attuale dei tassi sui mercati del debito sovrano non riflettono i fondamentali dell’economia spagnola, il suo potenziale di crescita e la sostenibilità del suo debito pubblico’’, si legge nella dichiarazione congiunta. Spagna e Francia hanno riaffermato la volonta’ ‘’di mettere in opera appieno e in maniera rapida le decisioni prese al Consiglio Europeo del 28 e 29 giugno’’.
Ieri mattina, era stato il presidente francese Francois Holland a sollecitare che le decisioni del Vertice siano messe ‘’in atto rapidamente e in modo fermo’’. La Commissione Ue aveva replicato che la loro applicazione ‘’sta procedendo a piena velocità’’ e che all’inizio di settembre arriveranno le prime proposte per creare una supervisione comune della Ue, uno dei pilastri dell’unione bancaria e fiscale. Tempi stretti, ma non rapidi quanto quelli imposti dai mercati.
Con i rendimenti dei bonos ad oltre il 7% e le regioni autonome che battono cassa, Madrid non potrà continuare a lungo ad autofinanziarsi. Il governo di Rajoy è però determinato a non finire nelle grinfie della troika. Dietro le quinte starebbe lavorando per ottenere l’intervento della Bce, che potrebbe scendere in campo in nome della stabilità della zona euro. Un intervento di Francoforte è preferito da Madrid anche all’ipotesi di utilizzo dello scudo anti-spread dell’Efsf, le cui risorse sono molto limitate. Fondo che peraltro ha subito l’umiliazione di un downgrade di Moody’s, che ne ha abbassato le prospettive da stabili a negative.
Il governo di Berlino ha smentito che nell’incontro tra Guindos e Schaeuble si sia parlato di una richiesta spagnola di accesso a nuovi aiuti europei (sarebbero necessari 300 miliardi di euro, secondo alcuni media). Le rassicurazioni tedesche hanno contribuito al rimbalzo delle borse di fine giornata e al calo dello spread. Sulle borse hanno avuto effetto positivo soprattutto le dichiarazioni del governatore austriaco Ewald Nowotny, membro del direttorio della Bce.
– Esistono argomenti a favore di un mandato bancario per il fondo salva-Stati europeo – ha detto il presidente della banca centrale austriaca. Nowotny ha rilevato che il dibattito è in corso, anche se ha precisato di non essere a conoscenza di specifici tavoli di discussione al riguardo nella Bce. L’idea potrebbe essere esplorata dal consiglio dei governatori di giovedì 2 agosto, che si annuncia decisivo per capire le prossime mosse di Mario Draghi.