Usa 2012, il Prof. contro il miliardario

NEW YORK  – Il professore di diritto, abile oratore, elegante, sportivo, pieno di glamour, vezzeggiato da Hollywood, contro il miliardario mormone, ex finanziere d’assalto, amatissimo da Wall Street, con una storia di moderato, ma oggi spostato più a destra. In mezzo, a fare la differenza, la crisi economica che negli Stati Uniti continua a picchiare duro sul ceto medio. Anche ieri, di fronte alla crescita dell’economia Usa del secondo trimestre, sopra le stime, ma ferma al 1,5% la Casa Bianca s’è detta comunque ”in ansia e preoccupata” di fronte alla situazione.

– Ci stiamo muovendo nella direzione giusta – ha sottolineato il portavoce di Obama – tuttavia abbiamo bisogno di più crescita per migliorare l’occupazione.

Ma in vista del voto resta l’incognita dell’euro che pesa come un macigno nel match Obama-Romney, visto che un crollo europeo avrebbe conseguenze molto gravi anche sui conti pubblici in Usa. Insomma, a cento giorni dall’election day, cambiano gli attori ma la sfida è sempre sull’economia. E mai come stavolta sembra un testa a testa all’insegna dell’incertezza.

Obama punta le sue carte sui giovani, le donne, i gay e le minoranze, soprattutto i neri e i ‘latinos’. E’ quella la sua base elettorale di riferimento. Romney, di contro, sul voto bianco, quello ultra-conservatore che ha sempre detestato Barack, la sua leadership così globale, né nero né bianco, magro, atletico e amatissimo in Europa. Esattamente l’opposto dell’elettore medio, rancoroso, semi-obeso, senza passaporto, della sterminata provincia americana.

Ma l’ex governatore del Massachusetts conta anche di rosicchiare voti tra gli indipendenti, tra quelli che si aspettavano grandi cose da Barack e in questi 4 anni sono rimasti molto delusi. Ad ogni modo, quello che è certo, è che vale ancora il famoso detto creato da uno stratega di Bill Clinton, James Carville, negli anni ’90: ”It’s The Economy, Stupid’.

L’inquilino della Casa Bianca ha portato a casa la riforma sanitaria, ha alleggerito i debiti agli studenti, ha varato una sanatoria per i giovani ispanici. E infine ha aperto alle nozze gay, una svolta storica negli Usa. Tuttavia, Obama per primo sa che poi la gente non voterà pensando tanto ai diritti civili, ma guardando il portafoglio, sperando in un posto di lavoro per sé o i propri figli. E saranno in molti che si schiereranno non tanto a favore di Romney, ma contro Obama, sperando in qualcosa di diverso. Come ripete da tempo Paul Begala, un’altro ex consulente di Bill, oggi impegnato alla rielezione di Obama:

– Se vedo i dati dell’economia mi chiedo come facciamo a vincere, se vedo la campagna di Mitt Romney, mi chiedo come facciamo a perdere.

Ormai da settimane lo scontro è tra Barack, il difensore dello stato sociale, e Romney, ex ‘Mr Bain’, dal nome della sua controversa finanziaria, che ristrutturando imprese, licenziando operai, ha fatto la fortuna di migliaia di investitori di Borsa, oltre a quella di Romney stesso. Non a caso, i manifestanti di Occupy Wall Street, da mesi chiamano Romney ”Mr 1%”, come dire esponente di quella esigua minoranza di ultra-miliardari della finanza che hanno fatto i soldi ai danni del ”popolo del 99%”. In più alcuni suoi depositi in paradisi fiscali offshore e dichiarazioni dei redditi mai rese note lo stanno mettendo in difficoltà.

Dalla sua, Romney può contare su una carta fortissima, la carismatica moglie Ann, ancora belloccia, sopravvissuta a un tumore, madre e nonna impeccabile, che sta riuscendo a ‘umanizzare’ il marito, decisamente debole in quanto a comunicativa e carisma. E soprattutto, a impensierire Obama, la montagna di soldi provenienti dai SuperPac che sta riempiendo le casse repubblicane. Si tratta di questi discussi comitati politici, del tutto legali, grazie al quale tutti le lobby possono finanziare segretamente un candidato. Da alcune stime, pare che Romney, in questa campagna riceverà circa un miliardo di dollari. Tanti, tantissimi, anche per un grandissimo ‘fundraiser’ come Obama.