Setterosa ko tra le polemiche, il ct assolve le ragazze e accusa l’arbitraggio

LONDRA – Come agli Europei di Eindhoven, poi vinti trionfalmente, anche a Londra il Setterosa stecca l’esordio contro l’Australia ma il commissario tecnico Fabio Conti assolve le sue ragazze e stigmatizza l’arbitraggio. Primi due quarti equilibrati, con le azzurre però sempre costrette a rincorrere, black-out nella terza frazione, sussulto d’orgoglio nel finale che rende meno amara la sconfitta.

Questo il film del debutto olimpico della nazionale femminile di pallanuoto, sopraffatta dal furore agonistico delle oceaniche. Un predominio fisico che – accusano le azzurre – spesso e volentieri ha oltrepassato i limiti del regolamento.
“Questa non è più pallanuoto, ma lotta greco-romana. Fino a cinque anni fa la pallanuoto era un gioco, oggi è una rissa in piscina”, la rabbia a fine incontro del capitano Elena Casanova. Meno esplicito ma altrettanto insoddisfatto della conduzione degli arbitri – lo statunitense Steven Rotsart e l’ungherese Gyorgy Juhasz – il ct Conti: “Non voglio cercare scuse né creare polemiche. Vediamo cosa succederà nei prossimi incontri perché se è questo il metodo arbitrale ci dovremo adattare”.

Nonostante la sconfitta nulla è compromesso, perché già domani le azzurre hanno l’occasione del riscatto contro la Russia.

“La nostra Olimpiade comincia oggi. Sono comunque soddisfatto per la prova delle mie giocatrici perché quando ci si trova sotto in queste circostanze è facile perdere la bussola. Invece loro non solo sono sempre rimaste in partita ma nell’ultima frazione hanno dimostrato personalità e varietà di gioco”.

Dimezzando lo svantaggio di quattro gol nonostante le tante, troppe, occasioni di superiorità numerica non sfruttate (solo due gol in 10 vantaggi). “Ma quando il tuo avversario si difende in maniera così aggressiva diventa davvero difficile segnare. E per molte ragazze era l’esordio olimpico, inevitabile dunque che abbiamo pagato l’emozione. Ma sono sicuro che questa squadra saprà andare lontano”.

Soprattutto se potrà contare sulla migliore Giulia Emmolo, deludente contro le australiane (0 gol su tre tentativi). “E’ una buona giocatrice ma è molto giovane (21 anni ndr) ed è normale che alla sua età abbia alti e basi. Dovevamo rompere gli indugi, da domani sarà tutto diverso”, la rassicurazione di Conti, convinto di aver intravisto pur nella sconfitta la stessa determinazione che lo scorso gennaio ha regalato all’Italia il quinto titolo europeo. L’obiettivo dunque non può che restare lo stesso: migliorare il sesto posto di Pechino. Ma sognare di bissare l’oro di Atene oggi appare davvero un azzardo.