Terzi: “Angoscia per l’italiano rapito”

SAN VITO AL TAGLIAMENTO – La giornata sul caso del carabiniere rapito nello Yemen dove era impegnato all’ambasciata, ha due protagonisti: il ministro Terzi, con il si apre e si chiude; in mezzo c’è l’angoscia della famiglia e della piccola comunità del Pordenonese dove il carabiniere è nato. La prima notizia, poco dopo le otto, è la lunga conversazione telefonica del ministro degli Esteri, l’altra sera, con l’omologo yemenita Abu Bakr al Qirbi.

Al Qirbi ha confermato la totale disponibilità del governo di Sanaa a massimo impegno e collaborazione, assicurando che polizia e intelligence sono al lavoro. La cronaca yemenita si incrocia con quella di Pordenone e precisamente quella di un comune di 15 mila abitanti, San Vito al Tagliamento, dove il carabiniere, Alessandro Spadotto, in forza al 13/o battaglione di Gorizia, è nato 29 anni fa.

Appena diffusisi il nome e le generalità del militare, il paese si è stretto intorno alla famiglia Spadotto.
– Un ragazzo serio, compito, che ha svolto e svolgeva incarichi di responsabilità – lo definisce il sindaco di San Vito, Antonio Di Bisceglie, che afferma la vicinanza del Comune “alla famiglia” e ribadisce l’ipotesi di un rapimento compiuto da parte di criminali comuni.

La cronaca si interseca anche con Roma, dove la procura ha aperto un fascicolo (ipotizzando il reato di sequestro con finalità di terrorismo) in cui saranno inserite informative della Farnesina e dai Carabinieri del Ros. E anche con Londra, dove è rimbalzata la notizia e dove un altro carabiniere, Luca Tesconi, prima medaglia italiana alle Olimpiadi, ha dedicato la vittoria al collega dell’Arma, ‘’con l’augurio che possa presto riabbracciare i suoi cari”.

A fine giornata,mentre l’europarlamentare Debora Serracchiani chiede all’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Ue Catherine Ashton, “di affiancare e di sostenere nei modi più efficaci l’azione del Governo italiano’’, sottolineando “l’urgenza e la grave preoccupazione” del momento, il ministro Terzi da Belgrado torna sul caso e sulla telefonata di ieri sera.

– Al Qirbi mi ha sottolineato quanto si condividano le nostre esigenze di assicurare sopratutto l’incolumità e la tutela della vita della persona sequestrata – riferisce -. Mi ha confortato avere tali assicurazioni.

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