Patto Bersani-Vendola: nessun veto a Udc

ROMA  – Il patto dei progressisti c’è, quello tra progressisti e moderati arriverà. Pier Luigi Bersani è soddisfatto: il centrosinistra, da lui immaginato per vincere le elezioni, sta prendendo forma. Nichi Vendola, dopo un’ora e mezzo di incontro, dà il via libera a quello che lui battezza il ‘polo della speranza’, non mette veti all’Udc e annuncia la sua candidatura alle primarie, passo non temuto dal segretario del Pd che, nonostante le pressioni interne per evitare la competizione, vuole la legittimazione popolare per la corsa a Palazzo Chigi.

Fuori dai giochi resta Antonio Di Pietro, ‘scaricato’ anche da Nichi Vendola ”per l’eccessivo populismo”. E’ una castello delicato quello che il Pd sta cercando di costruire in vista del voto. Basta guardare la sollevazione della base di Sel all’apertura, subito dopo minimizzata, di Nichi Vendola all’Udc per capire come da qui alle elezioni, come ammette Bersani, ”c’è lavoro da fare”. Ma per il segretario Pd il percorso è tracciato: prima un’alleanza di centrosinistra con chi accetta ”gli impegni imprescindibili”, a fine anno le primarie e poi un patto di legislatura con i centristi. Le intese di massima già ci sono ma, spiegano esponenti democratici, è meglio non enfatizzarle per evitare ripercussioni negative sia sull’elettorato moderato di Pier Ferdinando Casini sia su quello di sinistra di Nichi Vendola.

Il governatore pugliese è il primo ad andare con i piedi di piombo, attento a non scoprire troppo il fianco alla sinistra di Ferrero e Diliberto.

– E’ necessario – commenta – costruire la coalizione del futuro per costruire un’alternativa a 30 anni di liberismo esasperato. Per farlo – sostiene al termine dell’incontro con Bersani – serve una coalizione larga e plurale, che dia il benvenuto a coloro, Udc compreso, che mettano al centro i diritti civili e sociali.

Parole che subito fanno il giro del web e scatenano le critiche della base.

– Nessuna svolta, non metto veti a nessuno ma penso sia molto difficile per me sentirmi alleato a Buttiglione e viceversa – minimizza poi, nel pomeriggio, il leader di Sel in una conferenza stampa in cui, anche per rassicurare gli elettori di sinistra, annuncia la sua corsa alle primarie e presenta il suo documento, vicino alle posizioni del Pd tranne che per la posizione a favore dei matrimoni gay.

Sel punta a mantenere la propria identità e respinge come ”fantapolitica” tentazioni, presenti nel Pd, di una lista unica per le elezioni soprattutto se alla fine la nuova legge elettorale prevedesse un premio di maggioranza al partito vincitore. Anche Bersani preferisce pensare a due campagne elettorali separate mentre non gli dispiacerebbe, spiegano fonti Pd, l’idea di gruppi unici in Parlamento proprio per rinsaldare la compattezza della coalizione ed evitare gli errori del passato.

Nella nuova fotografia di centrosinistra, scattata ieri, sparisce uno dei protagonisti della foto di Vasto: Antonio Di Pietro.

– Ha scelto un’altra strada – è l’addio di Bersani che non prevede incontri con l’ex pm. E anche Vendola sembra chiudere un rapporto che fino a poco tempo fa pareva saldo.

– A me spiace molto – ha commentato – ma le continue polemiche di Di Pietro e il suo propagandismo esagerato rischiano di portarlo alla deriva.

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