Schwazer il Cio indaga su oro di Pechino

LONDRA – Analisi retroattive per fare luce sull’oro di Pechino. Lo scandalo di Alex Schwazer rimette in marcia anche il Cio, che dopo la positività dell’azzurro reo confesso di essersi iniettato l’epo, è pronto a ritirare fuori i campioni di urina dell’atleta del 2008.

“Per otto anni siamo in grado di analizzare i campioni così che un atleta dopato sappia che se anche la fa franca in un’Olimpiade, c’é sempre la possibilità di perdere la medaglia in seguito” fa sapere il comitato olimpico internazionale. Un nuovo test per fugare ogni dubbio sulla bontà almeno di quel titolo: l’eventualità non spaventa Schwazer, che anzi, nella conferenza stampa fiume di Bolzano, ha detto di essere prontissimo a nuovi test.

“Sono solo contento se tutte le mie prove antidoping fatte negli ultimi anni, anche quelle alle Olimpiadi del 2008, vengono rianalizzate e pubblicate” ha detto il marciatore altoatesino. Che su un punto è stato fermissimo: “Io a Pechino non ero dopato, quell’oro è pulito” ha ribadito anche oggi. Quanto ai test a cui sta pensando il Cio ha aggiunto che “tutti i medici di buona fede dovranno dire poi che non vi sono tracce di doping. A Pechino ho gareggiato con valori di un anemico, il che dimostra che non ero dopato”. E risposte sull’iter fatto dall’atleta per Londra sono arrivate anche dal Coni: Schwazer aveva firmato la sua carta olimpica – documento che è condizione imprescindibile per l’iscrizione ai Giochi – il 15 marzo 2012.

L’azzurro non ha invece sottoscritto l’accordo Coni-Atleta, perché fisicamente doveva ancora arrivare a Londra e il documento si sottoscrive al più tardi al momento dell’entrata al Villaggio Olimpico. “Sotto l’aspetto umano non posso che trarre sentimenti di pietà – le parole del presidente del Coni, Gianni Petrucci – è chiaro che essendo io un dirigente sportivo dico che ha fatto una cosa contro ogni regola”.

Dubitare dell’oro di Pechino? “Non mi sento sicuro di niente, la mano sul fuoco è meglio non metterla per nessuno – ha aggiunto il capo dello sport -, ma non significa che ho dei dubbi. Uno è positivo quando viene trovato positivo. Il Coni non sapeva di quello che stava accadendo a Padova. Come Coni lo garantisco, è quello che mi è stato detto dalla procura diretta dal dottor Torri”. Schwazer lo ha detto tra le lacrime: “A Pechino ero pulito, niente doping”. Ma il Cio vuole fugare i dubbi.

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